di Antonello Di Lella
“L’Italia è terra sismica, dobbiamo essere abituati a convivere con queste scosse”, quante volte ce lo siamo sentiti ripetere. Facile a dirsi, impossibile nei fatti. Perché quando gli oggetti iniziano a muoversi e tutto improvvisamente sembra girare non c’è piano d’evacuazione che tenga. Ogni volta che il terremoto torna a farsi sentire la paura fa novanta nelle terre di Campania e Molise. E i ricordi riaffiorano. Per chi c’era e per chi invece se lo è sentito raccontare di quel disastroso terremoto del 1980 che rase al suolo l’Irpinia. O di quello più recente in Molise quando nel 2002 crollò la scuola di San Giuliano di Puglia (Campobasso) portandosi via 27 bambini e la loro maestra.
Turisti in fuga
Per fortuna finora non si segnalano grossi danni. Qualche crepa, soprattutto nei Paesi alle falde dei Monti del Matese (epicentro del terremoto tra le province di Benevento, Caserta e Campobasso). Ad uscirne danneggiati per il momento sono soprattutto gli operatori turistici della località sciistica di Campitello Matese, frazione del comune di San Massimo in provincia di Campobasso. Non per danni alle strutture ricettive, ma perché la scossa di domenica pomeriggio ha scatenato una vera e propria psicosi che ha indotto la gran parte dei turisti a fare le valige e scappare per fare rientro anticipato nelle proprie residenze. E così, quest’anno che c’è la neve a differenza di altri anni, c’ha pensato il sisma a rovinare la stagione degli albergatori. Che proprio alle porte del Capodanno, giorno in cui speravano di fare il botto stagionale, l’unico boato che hanno avvertito è quello del terremoto, che con i 4.9 della scala Richter ha mandato a farsi benedire le speranze stagionali.
Si dorme in macchina
Decine e decine sono le scosse che stanno facendo trillare senza sosta i sismografi sotto i Monti del Matese. La paura è tanta, anche perché la faglia interessata è da sempre indicata come una delle più pericolose di tutto l’Appennino italico. “Si estende per circa 10 chilometri da Nord-Ovest e Sud-Est, parallelamente all’Appennino”, spiegano gli esperti. Il nuovo movimento fa paura: ecco perché molti abitanti delle zone nei dintorni dell’epicentro hanno deciso di trascorrere la notte in macchina. Nelle strade non si parla d’altro. Mentre proseguono le verifiche sulla tenuta strutturale degli edifici.