Meloni prende di mira i padri dell’Europa per nascondere l’altolà della Lega al Riarmo Ue

Passa la risoluzione di maggioranza che non cita il piano sulle spese militari. Per il Pd “è scritta con l’inchiostro simpatico”

Meloni prende di mira i padri dell’Europa per nascondere l’altolà della Lega al Riarmo Ue

La bomba Giorgia Meloni la lancia alla fine. Quando decide di concludere le repliche alla Camera sulle comunicazioni rese in vista del Consiglio europeo di oggi e domani citando alcuni passaggi estrapolati dal Manifesto di Ventotene. Accompagnati dalla considerazione finale: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”.

Le opposizioni non ci stanno, gridano “vergogna” e reclamano l’intervento del presidente Lorenzo Fontana, che fatica a ripristinare l’ordine nell’emiciclo, tanto da essere costretto a sospendere la seduta più volte. Marco Grimaldi di Avs invita la premier a chiedere scusa.

Federico Fornaro del Pd si commuove pure. “Non è accettabile fare la caricatura degli uomini protagonisti del Manifesto di Ventotene. Lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria”.

Il pentastellato Alfonso Colucci protesta: “Non c’è spazio in quest’Aula per il fascismo”.

Meloni la butta in caciara per nascondere le crepe nella maggioranza

Ma perché Meloni abbia deciso di lanciare questa bomba è l’aspetto più interessante. Il primo (possibile) motivo non rivela una logica lineare. Lo ha fatto perché, semplicemente, ha gettato la maschera e svelato la matrice ideologica che nutre la sua (e quella del suo partito) visione del mondo.

L’altro possibile motivo è che non avendo il suo governo una linea unitaria sul fronte della politica estera abbia voluto così distogliere l’attenzione dalle crepe della maggioranza.

Nel pomeriggio, al momento delle dichiarazioni di voto, Meloni è assente dall’aula. È in volo per Bruxelles, la giustifica il sottosegretario Alfredo Mantovano.

Il M5S non ci sta: Meloni è irriconoscente

“Una polemica ad arte creata da Meloni sul manifesto di Ventotene. Voi mostrate irriconoscenza, la premier poteva rimanere visto che non viene mai in Parlamento… ma se siede al Consiglio europeo e si fa le foto con gli altri leader europei è grazie ai firmatari del Manifesto di Ventotene che è il progetto fondativo dell’Europa libera in cui viviamo”, dichiara il leader del M5S, Giuseppe Conte.

Sul piano di riarmo, “vi rendete conto che noi contribuiremo a creare ancora più asimmetrie e diseguaglianze in Europa? Questa è una trappola per l’Italia, l’Italia non ha capacità fiscale, potrà buttare qualche decina di miliardi ma non potremo mai competere su questo piano. Saremo declassati alla fine di questo piano in tutte le classifiche che contano, nelle gerarchie sociali e quelle più insidiose militari grazie alla nostra insipienza”, incalza ancora l’ex premier.

I Cinque Stelle replicano alla premier sulle spese militari durante i governi Conte

Il M5S replica a Meloni che ha accusato Conte di aver aumentato, quando era premier, le spese militari.

“Meloni dà i numeri sulle spese militari dei governi Conte. Dice per sbaglio che in tre anni le aveva aumentate dall’1,9 percento del Pil all’1,4 – sarebbe stata una diminuzione – quando l’aumento fu dall’1,2 all’1,4 per cento del Pil: un incremento fisiologico annuo medio nell’ordine di un miliardo l’anno. Imparagonabile con l’aumento straordinario di 10-15 miliardi in due anni che il partito della Meloni aveva chiesto al governo Draghi e che venne scongiurato solo grazie alla fermezza del Movimento 5 Stelle. Imparagonabile con i 30-35 miliardi che il governo si prepara a investire in armi con il piano RearmEu. Meloni spieghi invece agli italiani perché nell’ultima manovra ha messo un aumento – questo sì da record – di 7,5 miliardi per la spesa in armamenti nel prossimo triennio”, dichiarano i parlamentari M5S delle commissioni Difesa di Camera e Senato.

“Nella vostra risoluzione avete fatto sparire la difesa comune e il piano von der Leyen. L’avete scritta con l’inchiostro simpatico. Ci credo che voterete compatti, non avete scritto nulla”, dice la segretaria Pd, Elly Schlein.

Passa infatti senza difficoltà la prova dell’aula di Montecitorio la risoluzione di maggioranza. Tutte bocciate le risoluzioni delle opposizioni, alcune delle quali sono state messe in votazione per parti separate. M5S e Avs hanno votato reciprocamente a favore di alcune delle parti dei loro documenti.

Il Pd si è astenuto sulle risoluzioni degli altri partiti di opposizione, salvo il sì a una parte prevista nelle risoluzioni di M5S e Avs sulla situazione di Gaza. E ha espresso voto contrario sullo stop dell’invio di forniture militari a Kiev. C’è stata però un’eccezione nel gruppo: Lorenzo Guerini ha votato a favore anche delle risoluzioni di Azione e Più Europa.