Giornata di interrogatori preventivi ieri per il gip Mattia Fiorentini, chiamato a decidere sulle richieste dei pm Petruzzella-Filippini-Clerici-Siciliano di disporre interdittive e divieti di esercitare attività d’impresa per alcuni dei protagonisti di quello che la Procura ha chiamato il “sistema” dell’urbanistica milanese.
Cerri al telefono si vantava di aver scritto la legge Salva-Milano
Il più atteso era l’interrogatori di Marco Emilio Cerri, l’ex membro della commissione paesaggio del Comune e componente della commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente, che al telefono si vantava di aver scritto la legge Salva-Milano per mettere “in scacco le indagini” della magistratura.
Cerri si è difeso dalle accuse di falso e abusi edilizi per oltre due ore, riferendo, tra le altre cose, che “sulla ristrutturazione” di piccoli edifici o magazzini trasformati in palazzi molto più voluminosi “ci sono problemi interpretativi” delle norme. Cerri ha anche depositato una sentenza del Consiglio di Stato sul concetto di ristrutturazione e una serie di documenti e planimetrie per dimostrare di non aver commesso dei falsi nei progetti finito nel mirino della guardia di finanza (via Anfiteatro e via Cecchi).
Accusato anche di traffico d’influenze
Il progettista infine ha rigettato l’accusa di traffico d’influenze sul progetto immobiliare di via Lamarmora in cui il costruttore Salvatore Greco lo accusa di essersi messo di traverso nella pratica edilizia per bloccarla, grazie alle sue entrature negli uffici di Palazzo Marino e nella banca che doveva finanziare l’intervento, fino a quando non fosse stato incaricato come architetto.
Cerri è indagato anche per non aver dichiarato i conflitti d’interesse quando votava all’interno della commissione paesaggio, ma per questa accusa il gip ha ritenuto non fondate le esigenze cautelari, essendo nel frattempo uscito dall’organo tecnico-consultivo di Palazzo Marino.
Non risponde invece il dirigente comunale Viaroli
Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Andrea Viaroli, dirigente comunale che si occupa di convenzioni urbanistiche e responsabile di numerosi procedimenti edilizi, per il quale la procura chiede la sospensione dal servizio. Viaroli è indagato per tre presunti falsi in atto pubblico su altrettanti cantieri di Milano, fra cui il progetto Scalo House sotto sequestro dalla scorso novembre e risponde di falso e abusi edilizi in concorso in due procedimenti separati che hanno portato al sequestro delle Residenze Lac di via Carcano e al processo al via a settembre per il Bosconavigli di Stefano Boeri.
“Da mesi chiedo di essere trasferita”, dichiara la dirigente dell’Urbanistica
“Sono totalmente estranea ai fatti e sono mesi che chiedo di essere spostata dagli uffici dell’urbanistica per poter lavorare più serenamente” ha invece dichiarato Carla Barone, la dirigente dell’Unità 1 del Sue del Comune, indagata per due presunti falsi in atto pubblico sul cantiere Lambrate Twin Palace di Abitare In (società indagata per corruzione dell’ex dirigente Giovanni Oggioni finito ai domiciliari) e su quello di via Lamarmora 8-12, per falso e lottizzazione abusiva in concorso sul progetto Hidden Garden di Bluestone in piazza Aspromonte, nonché imputata di reati edilizi per le Park Tower di via Crescenzago e la Torre Milano di via Stresa.
Per tutti e tre la decisione del gip sulle richieste di misure interdittive potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
Intanto Sala decide (da solo) di vendere San Siro a Milan e Inter
E mentre la giustizia fa il suo corso, la politica, in tema di urbanistica, non si ferma. Archiviato il Salva-Milano, ora l’attenzione è tutta sulla maxi-operazione edilizia dello stadio di San Siro. Nei giorni scorsi Milan e Inter hanno inviato a Palazzo Marino il nuovo Piano economico finanziario sul nuovo stadio e la proposta di acquisto del Meazza e delle aree limitrofe per 197 milioni (documenti che né i consiglieri né i cittadini hanno potuto leggere).
La demolizione del Meazza sarà a carico delle casse pubbliche
Martedì la giunta Sala ha votato l’approvazione delle linee di indirizzo per lo sviluppo delle attività conseguenti alla proposta per l’acquisto. Nel documento però si legge che la demolizione del “vecchio” Meazza sarà a carico del pubblico, cioè lo pagherà il Comune. Quindi: palazzo Marino cederà a un prezzo assai conveniente (per i club) un monumento del calcio e le preziose aree attigue e pagherà anche demolizione e bonifica dell’area… Un vero affare, ma per chi?