Una tassa sul patrimonio di 537 super-ricchi per finanziare il piano di riarmo europeo. Una proposta che ha l’obiettivo di evitare di distrarre troppe risorse comunitarie dagli investimenti e dalla transizione energetica. Un gruppo di economisti, guidato da Gabriel Zucman, direttore dell’Eu Tax Observatory, lancerà ufficialmente l’idea di questa maxi-patrimoniale in un evento al Parlamento europeo.
Il dato da cui si parte è che in Europa ci sono 537 persone con un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro. Di questi, 71 sono in Italia. Con un’imposta minima del 2% sul loro patrimonio, l’Europa potrebbe finanziare parte della spesa per la Difesa prevista dal Rearm Europe.
La proposta di una patrimoniale sui super-ricchi per finanziare la Difesa Ue
Lo studio, condotto con Quentin Parrinello e Giulia Varaschin, prevede che una tassa del 2% su questi patrimoni potrebbe portare a un gettito da 67 miliardi. Solo per l’Italia si tratterebbe di 8,3 miliardi. Se invece la tassa salisse al 3%, i miliardi diventerebbero 120 e per l’Italia si arriverebbe a quota 15 miliardi.
In Italia, come detto, questi super-ricchi sono 71. In Francia sono 147, in Germania 128, in Svezia 43, in Spagna 27 e poi via via a scendere per gli altri Paesi. La proposta verrà presentata martedì 18 marzo al Parlamento europeo: presenti il commissario europeo Wopke Hoekstra, il ministro dell’Economia spagnolo e l’organizzatore dell’evento, il presidente della commissione Questioni fiscali del Pe e capodelegazione del M5S, Pasquale Tridico.
Secondo il think tank Bruegel, l’Ue ha bisogno di 250 miliardi all’anno per gli investimenti in difesa. Come sottolinea però lo studio, è necessario non trascurare l’importanza degli altri investimenti. Ovvero la spesa per la Difesa non può portare ad annullare gli altri investimenti per l’industria e la transizione climatica, altrimenti il rischio è di indebolire la posizione dell’Ue.