Il ddl Spazio è stato approvato dalla Camera e passa al Senato. Gabriele Ferrieri, presidente Angi, è davvero – come denunciano le opposizioni – un regalo a Musk e ai privati?
“Su una questione così delicata, credo che al Senato si possa trovare un equilibrio fra le posizioni in campo e va detto che trovare una quadra non era facile. Le critiche dell’opposizione riguardano essenzialmente l’apertura non solo ad attori Ue, ma Nato, dunque americani cioè Musk, alla “riserva di capacità trasmissiva nazionale”. Cioè alla rete di satelliti che utilizzeranno gli apparati pubblici in casi di emergenza e di assenza di altri mezzi di comunicazione. Il punto apparentemente è: possiamo fidarci di Musk e degli americani? Io non credo che l’unità di intenti con Washington verrà mai messa in discussione e certe posizioni di Trump che suscitano perplessità possiamo trasformarle in una opportunità: costruire l’Europa politica. Il vero punto è, allora, il potere delle tecno oligarchie”.
Siamo di fronte al rischio, e non solo sulla questione dei satelliti, di consegnare l’economia nelle mani delle oligarchie tech?
“Già oggi siamo nelle mani non solo di Musk, ma di Google e Microsoft. Un potere legittimo, che nasce dal mercato, ma che può cozzare con le logiche democratiche. Non è colpa di Musk o Gates, se nell’Europa dei parametri di Maastricht non c’erano i soldi per gli ospedali, figurarsi lo spazio. Fra l’altro, proprio l’economia della Silicon Valley ha goduto di ampi finanziamenti pubblici. Ma non ci illudiamo che lo Stato possa sostituirsi al mercato. Da questo punto di vista, serve uno Stato regolatore efficace. E serve più competizione. Far crescere le alternative a Musk. Ogni monopolio è una minaccia, sia economica che politica”.
Il testo rischia di essere un’occasione persa per disciplinare servizi strategici e per dare centralità al ruolo pubblico?
“Il governo ha proposto una sua visione di regolamentazione dei privati. Troppo poco? Io credo che la regolamentazione migliore è la competizione. Da questo punto di vista, la cosa che mi convince di meno è l’aggravio dell’iter di autorizzazione, che dall’Enac passa all’Agenzia Spaziale Italiana. Si tratta di un freno ai privati, innanzitutto italiani ed europei, ad entrare nel mercato. Sono costoro che possono provare ad arginare il monopolio di Musk”.