Nella stessa piazza a sostenere l’Europa. Ma ognuno con le sue ragioni, diverse da quelle degli altri, e con le proprie bandiere. Perché oggi a Roma, per la manifestazione promossa da Michele Serra su Repubblica, ci saranno i partiti d’opposizione. Ma non tutti. Il M5S non ci sarà. E quelli che andranno, lo faranno in ordine sparso.
Il M5S non ci sarà: una piazza piena di troppe ambiguità
“Io credo nelle buone intenzioni di Serra”, ha spiegato il leader del M5S, Giuseppe Conte, ma “il 15 si sono infilati chi vuole il riarmo e chi non lo vuole, chi vuole la guerra e chi no. Non possiamo avere tutto e il contrario di tutto. Io mi batto per una Europa che si batte per la politica, che se spende per la difesa lo faccia con criterio”. E come dargli torto.
Il nodo è il piano di riarmo Ue proposto da Ursula von der Leyen. Sfileranno sia i contrari sia i favorevoli. Si potranno distinguere per le bandiere: i primi avranno come segni distintivi sciarpe e vessilli coi colori della pace, i secondi sventoleranno bandiere giallo-blu dell’Ucraina.
Nessuno porterà simboli di partito, “sconsigliati” dagli organizzatori. Assenti annunciate le forze di maggioranza. Diversi esponenti vicini alla segretaria Elly Schlein avranno una sciarpa della pace, lo stesso simbolo scelto dai leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, e dal segretario della Cgil Maurizio Landini. I riformisti dem porteranno le bandiere dell’Ucraina, come farà il segretario di Azione Carlo Calenda.
Insomma, il quadro è articolato. Ecco perché malgrado Serra abbia scritto un editoriale in cui critica “la risposta armigera formulata da von der Leyen”, il M5S è rimasto fermo sulla sua posizione.
Il Pd aderisce tra favorevoli e contrari al piano di riarmo
Hanno invece aderito numerosi sindaci, fra cui quelli di Roma Roberto Gualtieri e di Milano Giuseppe Sala. Fra i rappresentanti dem attesi, oltre alla segretaria Schlein, ci sono i capigruppo di Camera Chiara Braga e Senato Francesco Boccia, il capodelegazione in Ue Nicola Zingaretti, oltre a numerosi esponenti delle varie aree, come l’ex commissario Paolo Gentiloni, l’ex ministro Dario Franceschini, l’eurodeputato Dario Nardella, il senatore Filippo Sensi, Nico Stumpo ex articolo Uno, Marco Sarracino, della corrente di Andrea Orlando, l’eurodeputato Stefano Bonaccini e il senatore Alessandro Alfieri, che guidano la minoranza interna Energia popolare.
Non ci sarà Romano Prodi, che ha in agenda un impegno a Napoli preso da tempo. Hanno aderito Walter Veltroni e il governatore della Campania Vincenzo de Luca.
Due contro-piazze sempre a Roma
Alla mobilitazione di piazza del Popolo lanciata da Serra si contrapporranno due ‘contro-piazze’ a poche centinaia di metri di distanza.
“L’effetto ‘Serra’ nuoce alla pace” sono le parole d’ordine della mobilitazione di Potere al Popolo e movimenti studenteschi organizzata in piazza Barberini.
“Niente scuse, venite tutti con il tricolore, per la pace, la sovranità e per l’Italia!” è lo slogan dell’appuntamento di Bocca della Verità, vicino Circo Massimo, organizzato da Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana Popolare. Un appuntamento a cui è stato invitato anche Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega.
Per maggioranza e Pd nodo risoluzioni
Il voto al Parlamento europeo sulla risoluzione sulla difesa Ue, che contiene il sostegno al piano di riarmo proposto da von der Leyen, ha sancito la spaccatura tra i partiti italiani anche rispetto alle famiglie d’appartenenza europee.
A favore della risoluzione si sono schierati Forza Italia e Fratelli d’Italia. Contrari Lega, M5S e Avs. Il Pd, come da pronostici, si è spaccato: 11 astenuti, 10 favorevoli. Hanno votato a favore i riformisti e il presidente del Pd, Bonaccini.
Queste spaccature nelle rispettive coalizioni di destra e di sinistra potrebbero venire pericolosamente alla luce la prossima prossima settimana quando, martedì al Senato e mercoledì alla Camera, la premier Giorgia Meloni farà le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
La Lega, si apprende da fonti parlamentari della coalizione, dovrebbe proporre semplicemente di approvare le comunicazioni della presidente del Consiglio.
Potrebbe alla fine essere utilizzata questa formula, con l’inserimento di una posizione comune sull’Ucraina e sulla necessità che l’Europa e gli Stati Uniti dialoghino per arrivare a una soluzione di pace. Nessun riferimento al piano di riarmo Ue.
Il Pd è in preda ad uguali tormenti sulla sua risoluzione per evitare un’altra spaccatura e per evitare che una parte dei parlamentari dem possa votare la risoluzione di un altro partito.