Matteo Salvini, il gran maestro della politica del controtempo, ha fiutato l’occasione e ha deciso di alzare la posta. Se Giorgia Meloni tentenna, lui accelera. Se il governo prende tempo, lui sgomita. E in questa partita, la pedina vincente si chiama Elon Musk. Il patron di Space X, dopo essere stato il sogno proibito di Meloni – che lo ricevette a Palazzo Chigi nel 2023 con il fervore di chi vede un’alleanza strategica nel cielo – ha cambiato cavallo. Ora le sue attenzioni si sono spostate sul leader della Lega. Salvini ha capito che i dubbi della premier e le resistenze del Quirinale sull’affidare le comunicazioni militari e istituzionali a Starlink sono un’occasione per ritagliarsi un ruolo da protagonista. Così, tra telefonate con Andrea Stroppa, il referente italiano di Musk, e dichiarazioni bellicose, spinge perché l’Italia si leghi mani e piedi alla rete satellitare americana.
Non è solo una questione tecnologica, ma politica. Salvini ha bisogno di una sponda internazionale per ergersi a vero uomo forte del governo. Con il declino dell’asse con Marine Le Pen e la tiepidezza di Viktor Orbán, il sostegno di Musk gli offre un’aura di credibilità internazionale e lo legittima come interlocutore di peso. Dall’altra parte, il magnate americano si muove con il suo solito opportunismo. Meloni è diventata una scommessa meno sicura dopo i no ricevuti da Mattarella e dai servizi segreti italiani, e la sua indecisione ha reso il progetto Starlink meno appetibile. Salvini, invece, garantisce un approccio più diretto: meno diplomazia, più contratti firmati. Un’alleanza perfetta per due uomini che amano le scorciatoie e detestano le attese.
Ma in questa partita resta un’incognita: Meloni. La premier sa che, se cede su Starlink, si consegna a Salvini. Se invece resiste, rischia di perdere l’appoggio di Musk e di apparire isolata. Un dilemma che potrebbe costarle caro, mentre Salvini già pregusta il colpo da maestro: trasformare un accordo tecnologico in un’arma politica contro la sua stessa alleata di governo.