Sul limite alle intercettazioni la destra tira dritto

Bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni sulla legge che limita a 45 giorni le intercettazioni. Critiche anche dall'Anm

Sul limite alle intercettazioni la destra tira dritto

Omicidio, violenza sessuale, reati previsti dal Codice Rosso, truffa, corruzione e criminalità economica. Sono alcuni dei reati per i quali i magistrati dovranno limitare la durata delle intercettazioni a soli 45 giorni. Ieri alla Camera è ripreso infatti l’esame della proposta di legge ‘Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione’, già approvata dal Senato. Un testo – che lega le mani agli inquirenti – blindato dalla maggioranza, la quale ha bocciato tutti gli emendamenti delle opposizioni.

Bonelli: “Col limite alle intercettazioni vogliono indebolire la Magistratura”

“La destra sta demolendo tutti gli strumenti di polizia giudiziaria per contrastare il crimine con un accanimento pianificato di attacco alla magistratura”, ha attaccato Angelo Bonelli (Avs), “Ci sono reati che incidono direttamente sulla vita dei cittadini, come le truffe, la corruzione, le violenze sessuali e la criminalità economica, che condizionano la vita degli italiani. Eliminare strumenti fondamentali come le intercettazioni significa favorire l’illegalità e ostacolare il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine”.

Bocciato persino l’emendamento sull’omicidio

Per il dem Federico Gianassi “la maggioranza ha bocciato l’emendamento del Pd che escludeva il reato di omicidio dal limite temporale dei 45 giorni, il più grave previsto dal nostro ordinamento”.

“Sento il dovere di informare le studentesse e gli studenti che seguono i nostri lavori in aula che stiamo discutendo una proposta di legge della maggioranza di centrodestra che limita a 45 giorni il tempo in cui si possono fare le intercettazioni”, ha dichiarato l’M5S Vittoria Baldino, “Le opposizioni stanno proponendo di allungare di molto questo limite temporale per reati gravi come stalking, maltrattamenti e altre violenze in famiglia e contro le donne nonché per l’omicidio aggravato. Non solo non accolgono la nostra proposta, ma nemmeno ci rispondono e ci dicono perché si rifiutano. Allora a che serve fare le leggi contro i femminicidi, le dichiarazioni, gli appelli, i post e le giornate nazionali se poi non si può approvare un semplice emendamento?”.

“Dite alla presidente Meloni – ha aggiunto Arnaldo Lomuti – la donna, la madre e la cristiana, di avere la decenza di tacere d’ora in avanti”.

Sulla legge le critiche anche dell’Anm

E sulla proposta di legge sono piovute le critiche anche dei magistrati: “Dopo l’abolizione del reato di abuso di ufficio, la nuova disciplina sulle intercettazioni determina il rischio di creare ulteriori sacche di impunità. Non si è dato alcun rilievo al dato esperienziale in base al quale, nel periodo prossimo alla commissione del reato, i soggetti che delinquono fanno un uso sempre più accorto del mezzo telefonico o utilizzano strumenti di comunicazione più sofisticati”, ha detto il vicepresidente dell’Anm, Marcello De Chiara. “Limitando la durata delle intercettazioni a 45 giorni per tutti i reati comuni, indipendentemente dalla loro gravità, lo Stato rinuncia ad acquisire elementi che possono essere indispensabili per il contrasto ai reati contro soggetti vulnerabili ed ai reati contro la pubblica amministrazione”, ha concluso il magistrato.