Regalo nell’uovo di Pasqua al Pirellone, tornano i mini-vitalizi ai consiglieri

Al Pirellone il centrodestra vota il ritorno dei vitalizi: assegno da 480 euro mensili con 65 anni di età e 5 di mandato. Contrari M5S e Dem

Regalo nell’uovo di Pasqua al Pirellone, tornano i mini-vitalizi ai consiglieri

“Uno strumento giusto ed equo”, “quasi simbolico”, che “rende giustizia del fatto che qualunque cittadino che dedica una parte della propria vita, anche professionale, sacrificando il proprio lavoro per la collettività, al servizio delle istituzioni del proprio territorio, come qualunque altro lavoratore debba avere un riconoscimento una volta che ha finito la sua attività lavorativa”.

Così il presidente della commissione Affari istituzionali di Regione Lombardia, il meloniano Matteo Forte, ha giustificato ieri il ritorno dei vitalizi per i consiglieri del Pirellone. Il provvedimento, che ha ottenuto il via libera dal Consiglio regionale con 49 voti a favore (gruppi di maggioranza, Gruppo Misto e Lombardia Migliore) e 17 contrari (Italia Viva non ha partecipato al voto), vale per tutti i consiglieri di questa e delle future legislatore e comprende anche membri della Giunta e sottosegretari. Cioè tutti.

Tecnicamente non si tratta di un “vitalizio”, bensì di un’indennità differita, dal valore complessivo di 480 euro mensili, che scatterà al compimento del 65° anno di età. La proposta prevede infatti una trattenuta su base volontaria pari all’8,8% dell’indennità di carica (6.327 euro mensili), soldi che andranno a costituire un fondo che, al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato per almeno cinque anni (se la legislatura dovesse finire prima, è prevista la possibilità di riavere quanto versato), darà diritto a un assegno calcolato con il metodo contributivo.

I contributi trattenuti annualmente saranno rivalutati, con un incremento di 2,75 volte, attraverso una serie di coefficienti che variano a seconda dell’età anagrafica del Consigliere al momento della corresponsione dell’indennità differita.

Secondo il relatore della legge, Forte, il provvedimento non andrà a incidere “sui costi della politica, perché le cifre accantonate si compenseranno con la progressiva riduzione dei vitalizi per i Consiglieri in carica prima del 2013”, anno in cui erano stati aboliti. Inoltre, ricorda Forte “l’adesione è a carattere volontario, non c’è nulla di automatico”. E, a scanso di polemiche, il consigliere di Fdi ricorda che “con questo provvedimento allineiamo la normativa regionale lombarda in materia a quanto già previsto e adottato in numerose altre regioni italiane”.

Secondo i calcoli, se tutti gli aventi diritto aderissero, “la trattenuta del contributo mensile determinerà un introito annuo pari a euro 654.768,58 euro”, mentre la spesa per l’indennità differita per il 2028, al termine della XII legislatura, si stima in circa 230mila euro.

“È vergognoso che una legislatura che sarà ricordata per la sua indolenza e la latitanza su temi cruciali quali: salute, trasporti e casa, abbia scelto di identificare il proprio operato con questo provvedimento”, ha attaccato il capogruppo M5s, Nicola Di Marco, “Il centrodestra regala alla Lombardia un tuffo indietro nella storia. Una restaurazione che pagheranno i cittadini”. Per Di Marco, “mentre i lombardi continueranno ad andare in pensione dopo oltre quarant’anni di lavoro, i Consiglieri regionali che aderiranno a questa legge potranno godere del vitalizio dopo solo cinque anni di versamenti. Ancora una volta il centrodestra rimarca la propria distanza dalle necessità dei cittadini”.

Contro il “regalino” anche il Pd, come spiega il capogruppo Pierfrancesco Majorino: “Siamo contrari a un provvedimento che non riteniamo necessario né prioritario. Con tutti i problemi che ci sono, con tante persone che hanno davanti a loro, ogni giorno, questioni riguardanti il salario insufficiente, i costi eccessivi dell’abitare, una sanità che costringe a pagarsi visite ed esami diagnostici, crediamo che le istituzioni debbano pensare davvero ad altre priorità. Vorrei che la maggioranza di destra in Regione mostrasse impegno per risolvere questi problemi, anziché occuparsi di vitalizi”.