Il ribaltamento della realtà come antidoto alle verità scomode. Un’arte nella quale la politica, italiana e non, sta dando sfoggio di tutta la sua abilità. Ieri, per dire, nel giro di poche ore, mentre il terremoto giudiziario travolgeva l’ufficio urbanistica del Comune di Milano e con esso l’architrave del discussa legge Salva-Milano, il sindaco Beppe Sala è passato dall’affermare che nel capoluogo lombardo “l’edilizia è ferma perché le indagini della Procura hanno portato al fatto che c’è una paralisi” a dire, man mano che emergevano dettagli sull’inchiesta dei pm, che “è chiaro che io difendo sempre l’amministrazione, il Comune, la squadra ma se poi uno ha sbagliato che paghi e che paghi anche duramente. Sia chiaro”. Insomma, dalle indagini che bloccano l’edilizia alla legge scritta, secondo la procura sotto dettatura degli indagati, per bloccare le indagini.
Risultato: in serata Palazzo Marino, dopo mesi in trincea a difendere la sanatoria, ha revocato il sostegno dell’amministrazione al provvedimento, invitando “a non proseguire nell’iter di approvazione” della legge. Ma il sindaco di Milano è in buona compagnia. Il Pd ha aderito alla piazza pro Europa del 15 marzo, lanciata dal giornalista Michele Serra. Ma intanto la segretaria dem, Elly Schlein, ha preso le distanze dal Piano di riarmo Ue da 800 miliardi di euro lanciato da von der Leyen. Ergo: a sostegno di quale Europa manifesterà il Pd? Quella armata fino ai denti per difenderci non si sa bene da chi? A saperlo! E non finisce qui. Inarrivabile nell’arte delle giravolte e del camaleontismo politico, è proprio Ursula von der Leyen. Che motivando la sua scelta di dirottare i fondi di coesione per finanziare il mega shopping militare con la “minaccia esistenziale” che incomberebbe sul futuro dell’Ue ha pensato bene di ricorrere all’articolo del trattato che le consente di evitare il voto del Parlamento. Non sia mai che l’unico organo elettivo dell’Unione europea dovesse bocciare il suo Piano. Perderebbe definitivamente la faccia, più di quanto non abbia già fatto negli ultimi tre anni di deriva bellicista, durante i quali la sua presidenza si è contraddistinta per aver messo al bando la parola pace.