Piano Ue per l’auto, restano i target del 2035 e le destre protestano

Il piano Ue per l'auto rinvia le multe ma non modifica i target del Green deal al 2035. E le destre italiane ed europee protestano.

Piano Ue per l’auto, restano i target del 2035 e le destre protestano

Sul target del 2035 non si torna indietro. Il nuovo piano europeo per l’auto dà più tempo alle aziende per adeguarsi sulle emissioni ed evitare le multe, ma non modifica gli obiettivi sul bando dei motori termici tra dieci anni. Il piano d’azione della Commissione garantisce comunque flessibilità all’industria dell’automotive, dando tre anni per evitare le multe per i target di emissioni che sarebbero dovute scattare già nel 2025. Sull’obiettivo del 2035 invece non si transige e si procederà, come ha spiegato presentando il piano il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, con un “approccio tecnologicamente neutro”.

Questo vuol dire che nella revisione della normativa dovrebbero essere inseriti anche i carburanti sintetici (gli e-fuels) e verranno valutate altre tecnologie. L’altra novità che accontenta le compagnie europee è l’anticipo della revisione del regolamento sulle emissioni zero. Poi tutto come previsto e come annunciato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: ci sarà soprattutto l’emendamento per evitare le multe nel 2025, spalmando il calcolo delle emissioni su tre anni, permettendo di recuperare nei successivi due gli obiettivi non raggiunti quest’anno.

Il Piano Ue per l’auto spacca le destre: lamentele da Roma e dai Popolari

Il piano prevede fino a 50 miliardi nell’ambito di InvestEu per le tecnologie pulite, 1,8 miliardi dal fondo per l’innovazione per la produzione di batterie e 1 miliardo da Horizon Europe per veicoli connessi e autonomi. E non solo. La revisione piace parzialmente all’Italia, come dimostra il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, che chiede anche di “superare la follia del Green deal”, al momento escluso da Bruxelles. Dubbi anche dal Ppe, con il gruppo che parla di un piano che “contiene molti elementi positivi” e “fornisce sollievo a breve termine”, ma la Commissione – per i Popolari – “ha perso l’occasione di fare chiarezza” sui target del 2035. Che restano.