Non c’è intesa in maggioranza, niente nomine nelle testate Rai

Il Rapporto sulla libertà di stampa sostiene che in Italia la situazione è critica. E nel mirino finisce ancora la tv di Stato

Non c’è intesa in maggioranza, niente nomine nelle testate Rai

Niente nomine alle testate all’ordine del giorno del consiglio di amministrazione Rai in programma oggi. Nel termine ultimo delle 24 ore dalla riunione non sono arrivati i curricula dei candidati da parte dell’Ad Giampaolo Rossi. Nomine che ormai da mesi sono in attesa di una guida stabile.

A pesare sono le divisioni all’interno della maggioranza e in particolare le frizioni tra Fratelli d’Italia e Lega sulle caselle da assegnare. Secondo il partito della premier, infatti, gli alleati sono sovradimensionati rispetto all’attuale peso elettorale e dovrebbero fare qualche passo indietro. Una visione non condivisa dagli uomini del Carroccio, che non intendono lasciare le loro posizioni e puntano anche a ottenere qualche ruolo di peso nelle direzioni di genere, attualmente occupate dall’opposizione.

Lo sdegno dell’Usigrai: il vertice Rai si dimetta

“L’ennesimo schiaffo dei partiti e della maggioranza alla Rai si consuma in queste ore con l’Amministratore Delegato che deve prendere atto di non avere alcuna agibilità al di fuori dei desiderata della maggioranza e del governo che lo ha nominato”. E’ quanto si legge in una nota dell’Usigrai.

“L’unica strada per uscire dal pantano – si legge ancora – sono le dimissioni di questo vertice e una nuova legge che sganci definitivamente da governo e maggioranza i vertici del servizio pubblico Radiotelevisivo e multimediale”.

Il Rapporto sulla libertà di stampa: in Italia situazione critica

“In Italia la situazione sta diventando sempre più critica per i giornalisti, i media del servizio pubblico e i media indipendenti”. È quanto afferma intanto il rapporto annuale sulla libertà di stampa in Europa pubblicato dalla Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti sponsorizzata dal Consiglio d’Europa.

“La combinazione dell’influenza politica sull’emittenza pubblica e l’uso strategico delle cause per diffamazione pone una seria sfida alla libertà dei media in Italia”, si legge nel documento.

Fra le questioni messe in risalto c’è quella dell’indipendenza della Rai. Il rapporto evidenzia che Roma non ha ancora risposto alle segnalazioni che la piattaforma ha pubblicato nel 2023 sulle nomine politiche in Rai e alla cancellazione della trasmissione di Roberto Saviano.

L’altro punto sensibile per l’Italia sollevato nel rapporto è quello relativo alle leggi e le pratiche di diffamazione. Viene evidenziato che la legislazione sulla diffamazione incide sulla libertà di espressione.