Bruno Pizzul, storico telecronista e giornalista sportivo, si è spento all’età di 86 anni. La sua voce ha accompagnato generazioni di tifosi, raccontando le gesta della Nazionale italiana per oltre un decennio. Pizzul è morto all’ospedale di Gorizia, dove era ricoverato da alcune settimane. Avrebbe compiuto 87 anni l’8 marzo.
Chi era Bruno Pizzul
Nato l’8 marzo 1938 a Cormòns, in provincia di Udine, Bruno Pizzul si avvicinò al calcio fin da giovane, giocando come centrocampista. Dopo esperienze con l’Udinese e altre squadre, un grave infortunio lo costrinse ad abbandonare la carriera da calciatore, portandolo a concentrarsi sugli studi. Si laureò in Giurisprudenza e nel 1969 entrò in Rai dopo aver superato un concorso pubblico.
La sua prima telecronaca risale al 1970, con Juventus-Bologna, uno spareggio di Coppa Italia. Da quel momento, il suo percorso lo portò a diventare la voce più amata del calcio italiano, ruolo che ricoprì fino al 2002.
La voce della Nazionale italiana
Bruno Pizzul è stato il commentatore ufficiale delle partite della Nazionale dal 1986 al 2002, raccontando cinque Mondiali e quattro Europei. Il suo stile sobrio, competente e misurato lo ha reso un punto di riferimento per gli appassionati di calcio.
Tra le sue telecronache più iconiche si ricordano la finale di Italia ’90, il drammatico epilogo di USA ’94 con il rigore sbagliato da Roberto Baggio, e la finale di Euro 2000 contro la Francia. Il suo celebre “… e segna, segna Roberto. Roberto Baggiooooo al 42′ del secondo tempo” resta impresso nella memoria degli italiani.
La tragedia dell’Heysel e la Domenica Sportiva
Uno dei momenti più difficili della carriera di Bruno Pizzul fu la telecronaca della tragica finale della Coppa dei Campioni del 1985 tra Juventus e Liverpool, segnata dalla strage dell’Heysel. “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare”, dichiarò in seguito, sottolineando la difficoltà di raccontare eventi così drammatici.
Parallelamente alle telecronache, Pizzul ha condotto programmi sportivi di successo come Domenica Sprint e La Domenica Sportiva, consolidando ulteriormente il suo status di icona del giornalismo sportivo.
Un addio che lascia un vuoto nel calcio italiano
Anche dopo il ritiro dalla Rai nel 2002, Bruno Pizzul ha continuato a collaborare con varie testate giornalistiche e televisive, mantenendo vivo il suo legame con il calcio. Negli ultimi anni si era stabilito nuovamente in Friuli, dove curava una rubrica per il Messaggero Veneto.