Inchiesta Sogei, dopo Iorio indagato anche l’Ad Cannarsa: tentato peculato l’ipotesi di reato contestata dai pm

Inchiesta Sogei: dopo il Dg, indagato anche l'Ad Cannarsa. Avrebbe dato appalti ad un'imprenditrice per far salire il valore della sua azienda

Inchiesta Sogei, dopo Iorio indagato anche l’Ad Cannarsa: tentato peculato l’ipotesi di reato contestata dai pm

Nuova svolta nell’inchiesta su Sogei, la società del Mef che gestisce l’infrastruttura informatica della pubblica amministrazione. L’Ad di Sogei, Cristiano Cannarsa da ieri è formalmente indagato dalla Procura di Roma per tentato peculato nell’ambito della maxi-indagine che negli scorsi mesi aveva portato all’arresto dell’ex Dg Paolino Iorio, finito in carcere per corruzione, mentre intascava una mazzetta da 15mila euro da un imprenditore.

Cannarsa inguaiato dalle rivelazioni di Iorio

Il filone di indagine che coinvolge Cannarsa nasce proprio dalle dichiarazioni di Iorio, che nelle scorse settimane ha chiesto il patteggiamento a tre anni, e riguardano una proposta di appalto da oltre un milione e mezzo di euro in favore della società Deas (anch’essa iscritta nel registro degli indagati), che si occupa di cybersicurezza e intelligenza artificiale.

Progetto, poi non conclusosi, che secondo la versione fornita da Iorio si sarebbe potuto fare in house o attraverso altri fornitori con un costo molto inferiore, circa 200 mila euro. Secondo quanto ricostruito dai magistrati, Cannarsa mirava a pilotare gli appalti pubblici verso la Deas, di proprietà dell’imprenditrice Stefania Ranzato (indagata), al fine di farne lievitare il valore (oggi varrebbe circa 100 milioni di euro).

Per i pm miravano a far lievitare il valore della Deas per poi venderla

L’Ad e l’imprenditrice, secondo Iorio, miravano così a rendere la società più appetibile grazie agli appalti pubblici per eventuali compratori. In particolare, ha raccontato Iorio ai magistrati, la Deas era stata offerta alla Maticmind, società di proprietà di Carmine Saladino. Sempre Deas era stata offerta anche a Leonardo.

Da parte sua, Cannarsa ha fatto sapere tramite la società di avere “piena fiducia nell’operato della magistratura e di mantenere la massima serenità”.