Sembrava un’inchiesta finita su un binario morto, invece ieri il Qatargate ha ripreso vigore. La Procura federale belga ha infatti chiesto al Parlamento Europeo la revoca delle immunità per due deputate italiane del gruppo Socialisti e democratici, Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti.
A dare l’anticipazione, il quotidiano belga Le Soir, secondo il quale le richieste saranno annunciate lunedì prossimo, come da procedura, dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola in apertura della nuova sessione plenaria. In quell’occasione, Metsola, informerà l’Aula della richiesta, quindi partirà l’iter che coinvolge la commissione giuridica (Juri), la quale dovrà esprimersi e infine si terrà il voto in plenaria. Finora, nell’ambito dell’inchiesta Qatargate, il Parlamento ha dato il via libera a tutte le richieste di revoca avanzate dalla magistratura di Bruxelles.
Moretti e Guelmini si autosospendono
Per Le Soir i nomi di Moretti e Gualmini “comparivano sullo sfondo della vicenda di corruzione e ingerenza straniera nel Parlamento europeo” scoppiato a fine 2022, che coinvolse europarlamentari, funzionari e Ong. Le due deputate del Pd nel primo pomeriggio si sono autosospese dal gruppo parlamentare: “Abbiamo appreso dalla stampa la notizia della richiesta, da parte delle autorità giudiziarie del Belgio, di revoca della nostre immunità – si legge in una nota –. Al fine di sottolineare la totale estraneità ad ogni fatto corruttivo, abbiamo deciso di auto-sospenderci dal gruppo al quale apparteniamo, i Socialisti e democratici (S&D), per essere pienamente a disposizione della magistratura per qualsiasi esigenza istruttoria”. Le due hanno poi ringraziato “la delegazione degli eurodeputati Pd per la solidarietà politica e umana pubblicamente espressa”.
Solidarietà dal Pd
Dal canto suo, la delegazione Pd si è detta “convinta dell’assoluta estraneità di Moretti e Gualmini ai fatti contestati dalla Procura belga. Le conosciamo come persone di spiccata onestà e dedizione al loro lavoro nelle istituzioni ed esprimendogli la nostra solidarietà e vicinanza, apprezziamo la loro disponibilità a collaborare con la magistratura belga – aggiunge la delegazione -. Le ringraziamo per la loro decisione di autosospendersi dal gruppo per evitare ogni forma di strumentalizzazione rispetto a una procedura aperta da anni. Ci auguriamo che ora si proceda per accertare e fare piena chiarezza sui fatti contestati”.
Quelle tangenti per fermare il dibattito sul Qatar
L’inchiesta delle autorità belghe riguarda un presunto giro di tangenti pagate da Qatar e Marocco per influenzare decisioni politiche e risoluzioni dell’Ue a loro favore. In particolare, secondo l’accusa, i governi foraggiavano gli europarlamentari in carica e non, con l’obiettivo di bloccare la votazione di una risoluzione critica verso il rispetto dei diritti umani in Qatar.
In manette finirono allora l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili (trovata con una montagna di contanti), l’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella, l’ex eurodeputato del gruppo S&D, Pier Antonio Panzeri (che ha poi patteggiato un anno), il neoeletto segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) Luca Visentini, il direttore della Ong No peace without justice Niccolò Figà-Talamanca e Francesco Giorgi, assistente parlamentare e compagno della stessa Kaili.
Condannato solo Panzeri
Ad oggi, tra tutti gli arrestati, solo Panzeri ha avuto conseguenze legali. Con lui le autorità belghe avevano applicato la legge sui pentiti: sconto di pena di 4 anni (sui 5 totali) in cambio delle rivelazioni sulle procedure finanziarie seguite, sugli accordi con gli Stati terzi, sui beneficiari delle operazioni, sul coinvolgimento e sull’identità delle persone che ammette di aver corrotto.
Moretti coinvolta (ma non indagata) per un viaggio in Qatar
Già nel 2023 il nome di Moretti era stato accostato all’inchiesta, sia perché una sua collaboratrice (che lavorava anche con Panzeri) era stata fermata durante le indagini, sia per un viaggio in Qatar effettuato a febbraio 2020, invitata dalla Commissione qatariota dei diritti dell’uomo. Lì partecipò a un convegno moderato da Kaili che aveva tra i relatori anche Dimitris Avramopoulos, poi entrato nella Ong Fight Impunity di Panzeri. Presente in Qatar anche Tarabella. All’esplodere dello scandalo, Moretti dichiarò di non aver mai partecipato ad alcuna iniziativa organizzata da Panzeri.
Per quanto riguarda Gualmini, già vice-presidente della Regione Emilia-Romagna ed euro-parlamentare appena riconfermata, il suo coinvolgimento appare più oscuro. Anche perché Gualmini all’epoca si pronunciò a favore del dibattito in plenaria sul Qatar.