Un altro colpo al Green deal. Per un’Ue che continua nella sua svolta dalla transizione ecologica a quella militare. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che proporrà di rivedere il regolamento sulle emissioni di Co2 per le auto, consentendo alle aziende di avere “tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità” ed evitare le sanzioni che sarebbero, altrimenti, scattate già quest’anno.
Auto, più tempo prima delle multe sulle emissioni
Von der Leyen ha incontrato i rappresentanti del settore e ha ribadito la necessità di mantenere gli obiettivi finora concordati, ma con una revisione della disciplina sanzionatoria. Il piano ad hoc per l’auto verrà svelato domani, con un intervento che garantirà flessibilità alle aziende sulle multe previste per i produttori che superano il limite di 94 grammi/km di emissioni per le nuove vendite. Le sanzioni venivano stimate in oltre 15 miliardi di euro per quest’anno. I target comunque non cambiano, ma adesso le case automobilistiche avranno tre anni per mettersi in regola.
E l’Italia esulta per la frenata sulla svolta green
Chi festeggia, dopo l’annuncio di von der Leyen, è il governo italiano. Felice di rinviare una delle tappe del Green deal per il settore automotive. Certo, la posizione di Roma resta molto più drastica di quella di Bruxelles, con la maggioranza che è da sempre in prima linea per rinviare le sanzioni, ma anche per rimandare l’obiettivo del 2035. Quei target, per ora, non vengono rinviati, ma intanto l’Italia brinda per il primo obiettivo raggiunto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, esulta sostenendo che viene “salvata l’industria auto europea, la Commissione dà ragione all’Italia”. Per il ministro è stata “eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore”. Mentre la Lega accoglie positivamente la svolta Ue, pur sostenendo che arrivi in ritardo, protesta Avs, con il vice-capogruppo alla Camera, Marco Grimaldi, che parla di “passo indietro” e di “cedimento al nuovo corso anti-clima inaugurato da Trump”.