Busta paga, salgono le retribuzioni ma resta la beffa: cosa succederà agli stipendi nei prossimi mesi

Nel 2024 i benefici in busta paga sono stati superiori alla crescita dell'inflazione, ma resta il gap degli ultimi 10 anni.

Busta paga, salgono le retribuzioni ma resta la beffa: cosa succederà agli stipendi nei prossimi mesi

Gli stipendi crescono, ma troppo lentamente. E gli aumenti in busta paga sembra destinati a rallentare nei prossimi mesi. Per i lavoratori italiani le buone notizie continuano a essere pochissime, con un recupero minimo del potere d’acquisto nell’ultimo anno che non può però bastare per compensare l’inflazione dell’ultimo decennio.

Il Salary Outlook dell’Osservatorio JobPricing evidenzia come i rinnovi contrattuali abbiano portato un aumento del 3,3% in busta paga per i lavoratori dipendenti italiani, portando la media nazionale a 31.856 euro lordi. A fronte di questa crescita, i prezzi nel 2024 sono saliti dell’1%, quindi per la prima volta negli ultimi dieci anni sale il potere d’acquisto.

La busta paga cresce, ma ancora troppo lentamente: il bilancio degli ultimi 10 anni

Dal 2015 la Ral, ovvero la retribuzione annua lorda dei lavoratori dipendenti, è cresciuta dell’11%. Contro un aumento dell’inflazione del 20,8%. Il che vuol dire che i salari sono cresciuti quasi la metà dei prezzi. E così l’Italia si trova a essere sorpassata, in termini di stipendi, anche dalla Spagna.

Chi guadagna di più e di meno in busta paga in Italia

Tornando ai dati del 2024, il beneficio maggiore in busta paga lo hanno registrato gli operai, con una crescita del 4,6% e che nell’ultimo decennio è stata invece del 14%. Si tratta del miglior risultato tra tutte le categorie, pur restando ben al di sotto dell’inflazione. Per i dirigenti, invece, il saldo è negativo dello 0,9% nel 2024 e dello 0,4% nel decennio.

Nel comparto industriale si registrano incrementi superiori alla media per le retribuzioni, mentre i servizi finanziari restano il settore con le retribuzioni più alte (Ral sopra i 45mila euro) e con un buon aumento dal 2015. In coda c’è invece il settore dell’agricoltura, con una Ral di 26.158 euro. Ma nell’ultimo anno la salita degli stipendi è stata del 5,2%, con incrementi del 4% per i servizi, del 3,8% nel manifatturiero e solo dell’1,4% per la finanza.

Potere d’acquisto in affanno e i consumi non ripartono

Il 60% dei lavoratori guadagna oggi meno di 31mila euro in Italia. Un dato preoccupante, a fronte del fatto che il governo spera in un recupero dei consumi, grazie al maggior potere d’acquisto, per spingere la crescita. Ma finora non è andata così, neanche con gli ultimi aumenti di stipendio.

I consumi privati, infatti, crescono a un ritmo più lento rispetto al reddito, anche come effetto indiretto dell’inflazione, con i cittadini meno propensi a spendere dopo la crisi inflattiva degli scorsi anni. C’è poi anche un altro problema: la corsa dei redditi potrebbe essere quasi esaurita. La Bca calcola che i salari negoziati sono saliti nell’Eurozona del 4,12% nell’ultimo trimestre del 2024, con il +5,42% del trimestre precedente (che però era il picco).

Quindi la corsa dei salari sembra già rallentare, tanto che quest’anno ci si attende un’ulteriore frenata. E in Italia le aspettative sono ancora più basse, tanto da attendersi un aumento del 2,65% nell’ultimo trimestre del 2025, mentre in Europa per quest’anno si resterà sempre al di sopra del 3%. Ma per i lavoratori italiani la strada è decisamente più in salita.