Il vicepresidente americano JD Vance nella sua visita in Europa è stato criticato, ma a me sembra che abbia ragione nel denunciare una mancanza di democrazia nei nostri paesi. Da quando c’è la guerra in Ucraina e dopo la rivolta dei palestinesi a Gaza, vige il pensiero unico.
Adele Rampelli
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Gentile lettrice, concordo con lei e noto che alcune voci fuori dal coro – per esempio Massimo Cacciari, non sospettabile di simpatie trumpiane – plaudono al discorso di Vance alla conferenza di Monaco. Vance è stato insolentito da tutta la nostra stampa con opinionisti e clown al seguito. Certo, la lezione di Vance è stata anche strumentale, perché rivolta agli Usa. Ha detto che in Europa si reprime il libero pensiero a favore di un pensiero unico. Ha detto che è antidemocratico e intollerabile che i leader europei sostengano la cancellazione di elezioni come avvenuto in Romania (e come si è cercato di ripetere in Georgia) sulla base di “labili indizi di ingerenza russa”. Dicendo questo, il vicepresidente parla a nuora perché suocera intenda. La suocera è il partito dem americano. Vance sa bene che gli europei sono orfani di Biden e Obama; sa bene che il pensiero unico si è dispiegatonella campagna per la Casa Bianca quando tutti i mezzi d’informazione erano schierati all’unisono contro Trump; e sa bene che le interferenze nell’Est europeo (“rivoluzioni arancioni” in Ucraina nel 2004 e 2014) hanno avuto una regia dem americana. Dunque la lezione di Vance è rivolta all’America non meno che agli emuli europei, cortigiani petulanti, orfani inconsolabili dell’ideologia politicallycorrectdegli Obama e Biden.