Dopo il timore di una ripresa dei combattimenti, causato dallo stop alla liberazione dei detenuti palestinesi ordinato da Benjamin Netanyahu come rappresaglia ai macabri teatrini inscenati da Hamas durante la consegna degli ostaggi israeliani, a Gaza si riaccende una flebile speranza.
Grazie all’estenuante lavoro dei mediatori egiziani e qatarioti, infatti, il gruppo terroristico e Israele hanno raggiunto una nuova mini-intesa, che consentirà di riprendere lo scambio di prigionieri. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, Hamas rilascerà oggi i corpi di altri quattro ostaggi israeliani, mentre Tel Aviv libererà i 602 detenuti palestinesi che avrebbero dovuto essere rilasciati già lo scorso sabato.
Può sembrare una notizia di poco conto, ma non lo è: questa decisione pone fine a uno stallo che rischiava di far crollare l’accordo di cessate il fuoco prima ancora del completamento della sua prima fase, prevista per il 1° marzo. Con questa crisi politica risolta, la speranza dei mediatori è di riuscire a convincere Hamas e Israele a riprendere i negoziati. Secondo una fonte egiziana citata dal canale televisivo qatariota Al-Araby, i colloqui dovrebbero iniziare domenica prossima al Cairo, salvo imprevisti.
A Gaza si riaccende la speranza: accordo tra Hamas e Israele per riprendere lo scambio di prigionieri e per riprendere i negoziati di pace
Che la trattativa sia estremamente complessa è evidente, poiché le distanze tra le parti restano enormi. Secondo il Financial Times, che ha raccolto informazioni da diverse fonti a conoscenza del dossier, le prospettive di successo dei negoziati sono minime, in quanto Israele starebbe puntando a una proroga indefinita della prima fase del cessate il fuoco nella Striscia, piuttosto che avviare la prevista seconda fase, che dovrebbe gettare le basi per un accordo a lungo termine.
Sempre secondo il quotidiano britannico, Israele da tempo evita di impegnarsi nei colloqui sulla seconda fase, che avrebbero dovuto iniziare lo scorso 3 febbraio. Questo passaggio, ancora tutto da definire, prevederebbe il rilascio degli ultimi 65 ostaggi israeliani, il completo ritiro delle forze israeliane dal corridoio di Philadelphi, al confine con l’Egitto, e la fine definitiva del conflitto, iniziato con l’attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre 2023.
Tuttavia, secondo il Financial Times, Netanyahu, forte del sostegno americano, starebbe puntando a una “fase uno plus”, il cui obiettivo sarebbe ottenere il rilascio degli ostaggi rimasti senza però ritirare le truppe da Gaza o mettere fine al conflitto.
Le prospettive di una pace duratura sembrano sempre più lontane. A confermarlo è anche Hamas, che – secondo il Wall Street Journal, citando fonti d’intelligence – da settimane sta riorganizzando le proprie forze militari in vista di una possibile ripresa delle ostilità. Lo stesso quotidiano sostiene che le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, abbiano già nominato nuovi comandanti e stiano pianificando il posizionamento dei propri combattenti.
La provocazione di Trump
Come se non bastasse, ad aggiungere ulteriore tensione ci ha pensato anche Donald Trump, che ieri ha pubblicato su Truth un video shock generato con l’intelligenza artificiale, in cui mostra la sua visione della Striscia di Gaza ricostruita dagli Stati Uniti e trasformata nella “Riviera del Medio Oriente”.
Nel filmato, tra le tante immagini surreali, compaiono grattacieli futuristici, spiagge paradisiache e lo stesso Trump intento a prendere il sole su una sdraio, accanto al primo ministro israeliano Netanyahu. La clip, immediatamente diventata virale e trasformatasi in un caso internazionale, ha indignato la comunità internazionale, scatenando un forte dibattito anche in Italia, dove le opposizioni hanno espresso dure critiche.
“Poco fa ho visto un video postato dal presidente Donald Trump. Sono franco: l’ho trovato allucinante. Gaza trasformata in una Miami mediorientale, dollari che volano dalle mani di un sorridente Elon Musk, Netanyahu che sorseggia un cocktail a bordo piscina anziché rispondere dei suoi crimini davanti alla Corte penale internazionale. Si tratta di una provocazione gratuita, un insulto a una popolazione che conta oltre 45mila vittime per una mattanza sconsiderata su cui la comunità internazionale ha taciuto per oltre un anno” ha scritto su X il leader del M5S Giuseppe Conte.