Mozione respinta alla Camera. Fiducia a tempo per Santanchè

Se dovesse essere rinviata a giudizio per truffa nella vicenda Inps le dimissioni sarebbero scontate e non più rinviabili

Mozione respinta alla Camera. Fiducia a tempo per Santanchè

Questa volta non l’hanno lasciata sola. Dieci i ministri presenti in aula alla Camera in occasione del voto sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, che viene respinta con 206 no.

Ci sono, tra gli altri, Luca Ciriani, Elisabetta Casellati, Orazio Schillaci, Anna Maria Bernini, Eugenia Roccella, Roberto Calderoli. Sebbene tra gli iscritti a parlare per ‘difendere’ la ministra non figurino né leader né capigruppo, a differenza dei big dell’opposizione schierati a intervenire. Non solo.

FdI apprezza la disponibilità della ministra a eventuali dimissioni

Il deputato di FdI Andrea Pellicini spiegherà di avere apprezzato il passaggio sulle eventuali dimissioni volontarie della ministra. Qualora fosse rinviata a giudizio per la vicenda Inps. Parole rilanciate in serata dal vicepresidente di FdI alla Camera, Massimo Ruspandini. Parla mezz’ora circa Santanchè in replica. Rivendica con orgoglio la sua passione per le borse e i tacchi a spillo.

“Io sono l’emblema, sono il vostro male assoluto perché sono una donna libera, perché porto i tacchi da 12 centimetri, ci tengo al mio fisico, amo vestirmi bene, ma non solo. Io sono anche quella del Twiga e del Billionaire che voi tanto criticate, aziende che danno posti di lavoro”, dice. Per concludere con un voi “non combattete la povertà ma la ricchezza”.

Chiede persino scusa per quando in passato chiedeva dimissioni per tutti.

Dice che “a breve ci sarà un’altra udienza preliminare e finora abbiamo solo sentito l’accusa. In quell’occasione farò una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni. Ma la farò da sola. Sarò guidata solo dal rispetto del mio premier, del Governo, della maggioranza ma soprattutto per l’amore per il mio partito dove certo io non vorrò mai diventare un problema ma continuare a essere una risorsa”.

Lei si difende ma è sempre più indifendibile tra tacchi a spillo e borsette

E ancora. “Credo che la gogna mediatica e le paginate sui giornali devastino ancora prima del processo la vita delle persone con cicatrici che non si rimarginano. L’ergastolo mediatico è una condanna che rimarrà tutta la vita da ‘fine pena mai’”.

Spiega che la mozione di sfiducia è per fatti antecedenti al suo giuramento da ministro. E difende il suo operato. Con riferimento all’accusa di truffa per la cassa integrazione Covid, “il mio coinvolgimento nella vicenda si è limitato a decidere, come praticamente quasi la totalità delle aziende italiane, di accedere a tale beneficio a tutela della salvaguardia e dei posti di lavoro”.

Ma anche se questa volta la maggioranza ha risposto, spicca un’assenza di peso: quella della premier Giorgia Meloni.

Conte e Schlein puntano il dito contro Meloni

“Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest’aula, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest’aula e dalla realtà?”, dice la segretaria Pd, Elly Schlein. “Mentre lei viene qua a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalle bollette?”, incalza la leader dem.

“Lei non è forse unica responsabile di questa vicenda. Sopra di lei c’è una responsabile ancora maggiore: la presidente Meloni che l’avrebbe dovuta far dimettere”, insiste il leader M5S, Giuseppe Conte.

“Perché mette a rischio l’immagine dell’Italia nel mondo – ha aggiunto – sono due le spiegazioni: o lei la ricatta e questo è un fatto grave, gravissimo. La seconda spiegazione è che avete bramato di gestire il potere e ora vi siete inebriati e vi sentite casta intoccabile da qualsiasi legge dello Stato, il caso Delmastro ne è un altro esempio” ma “in un caso o nell’altro sono questioni che ci riportano al degrado in cui state precipitando il Paese”.

E poi: “L’Italia non può permettersi ministri e sottosegretari sotto accusa, addirittura adesso anche di circolazione di borse contraffatte… Ministra Santanchè ha detto che odiamo la ricchezza e voi avete fatto la guerra ai poveri. Noi odiamo sa cosa? La disonestà”, conclude l’ex premier.

Le opposizioni hanno chiesto pure le dimissioni di Nordio

In mattinata c’era stata la discussione generale sull’altra mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presentata dalle opposizioni dopo la liberazione di Almasri. In quel caso era presente solo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Deserti gli scranni riservati alla maggioranza.

Nordio si è riservato di replicare dopo la missione in Argentina.

“Ministro, lei non dando seguito al mandato di arresto di Almasri emesso dalla Corte Penale Internazionale, non ha osservato la Costituzione e una legge dello Stato. Successivamente, in questa aula ha rivendicato orgogliosamente quelle condotte scorrette, perché per lei omettere un atto dovuto nella carica di ministro è motivo di orgoglio”, ha detto il deputato M5S Federico Cafiero De Raho, chiedendone le dimissioni.