“Mandare in esilio Zelensky”: Trump si schiera con Putin e scarica l’Ucraina

"Mandare in esilio Zelensky". Il New York Post rivela che Trump ha scelto di stare con Putin e di scaricare il presidente dell'Ucraina.

“Mandare in esilio Zelensky”: Trump si schiera con Putin e scarica l’Ucraina

Da eroe della resistenza ucraina contro le soverchianti forze russe di Vladimir Putin a reietto da scaricare il prima possibile. Questa è la parabola tracciata da Donald Trump nei confronti del presidente Volodymyr Zelensky, che da risorsa strategica dell’Occidente per contrastare l’imperialismo del Cremlino è diventato un ostacolo da rimuovere per arrivare alla pace.

“Mandare in esilio Zelensky”. Trump si schiera con Putin e scarica l’Ucraina

Un’ondata di fake news alimentata dall’ex inquilino della Casa Bianca, che sembra aver dimenticato come nel 2019 fosse tra i più accaniti sostenitori di Zelensky, poiché lo considerava utile per screditare il rivale politico Joe Biden. Questa campagna ha raggiunto il culmine con il piano, trapelato sui media di tutto il mondo e che ha gettato nel panico l’Ue e l’Ucraina, secondo cui si ipotizza il ritorno alle urne a Kiev per sostituire l’attuale leader con il generale Valery Zaluzhny, ex comandante delle forze ucraine, rimosso proprio da Zelensky e successivamente inviato a Londra come ambasciatore.

A sostenere che questa sia la linea strategica di Trump è il New York Times, che in un lungo e dettagliato articolo, citando fonti anonime della Casa Bianca, afferma che il leader ucraino “ha pochi, se non nessuno, sostenitori nella cerchia ristretta del presidente Trump” e che il deteriorarsi dei rapporti tra i due potrebbe indebolire la posizione di Kiev nei colloqui di pace con la Russia. Proprio per questo, prosegue il prestigioso quotidiano, una fonte vicina a Trump avrebbe suggerito che “la soluzione migliore per Zelensky e per il mondo è che vada immediatamente in esilio in Francia”.

America in rivolta

Le dichiarazioni di Trump sono state fortemente criticate anche negli Stati Uniti, dove una valanga di utenti di X, l’ex Twitter, ha segnalato l’ex presidente per le sue fake news su Zelensky e sull’Ucraina. Numerosi utenti del social, citando dati e articoli di giornale, hanno smantellato la propaganda del tycoon, che negli ultimi giorni ha delegittimato Zelensky definendolo un “dittatore” che fugge “dalle elezioni” e accusandolo di essere stato lui a iniziare la guerra in Ucraina.

L’ondata di protesta ha spinto Elon Musk, consigliere di Trump e patron di X, ad annunciare una revisione della funzione per segnalare i contenuti falsi sulla piattaforma. Musk ha affermato che “purtroppo queste segnalazioni sono sempre più utilizzate dai governi e dai media tradizionali per fini politici”.

Dialogo azzoppato

Quel che è certo è che, mentre in Ucraina si continua a combattere e morire, a dominare la scena è la trattativa diretta tra Trump e Putin per porre fine al conflitto. Nelle ultime ore, i rispettivi funzionari hanno rilanciato l’ipotesi di un incontro di persona tra i due leader, sostenendo che i negoziati di pace, pur escludendo delegati ucraini, stanno procedendo rapidamente.

Questa trattativa sta creando tensioni tra Washington e Bruxelles, con l’Unione Europea che, al pari dell’Ucraina, al momento viene esclusa dal dialogo su come, quando e in che modo giungere alla fine delle ostilità.

Un nodo su cui si sono espressi con fermezza sia il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha smentito l’amministrazione statunitense dichiarando che “siamo ancora molto lontani da un cessate il fuoco” e che “la guerra continua a svolgersi ogni giorno con la massima brutalità”, sia il presidente francese Emmanuel Macron, che ha respinto i diktat di Stati Uniti e Russia secondo cui l’Ucraina non dovrebbe entrare né nella NATO né nell’Unione Europea. Macron ha sottolineato che “nessuno ha il diritto di dire cosa può e cosa non può fare Kiev” e ha ricordato che la pace sarà possibile solo coinvolgendo Zelensky e l’Unione Europea nei negoziati.