lavori in corso

La nuova leader della Cisl e l’unità sindacale da ritrovare

La Cisl riparte dalla nuova segretaria Daniela Fumarola. Con la speranza che si possa ritrovare la compattezza sul fronte sindacale.

La nuova leader della Cisl e l’unità sindacale da ritrovare

A pochi giorni dal quarantunesimo anniversario dell’accordo di San Valentino, che spianò la strada a un taglio del 3% della scala mobile da parte del governo Craxi spaccando il fronte sindacale (la Cgil guidata da Luciano Lama si schierò contro), la Cisl ha eletto la sua nuova segretaria generale, Daniela Fumarola. Tarantina, 59 anni da compiere, sindacalista esperta e poco incline alle luci della ribalta, Fumarola eredita dal suo predecessore Luigi Sbarra una Cisl in salute, come dimostra il dato sugli iscritti che Via Po ha diffuso a ridosso del cambio al vertice. Il rovescio della medaglia, però, è che oggi si respira il clima del 1984.

A pesare è, soprattutto, la crepa – a dir poco profonda – apertasi fra Cgil e Cisl. Negli ultimi tempi, il numero uno di Corso d’Italia Maurizio Landini e lo stesso Sbarra se le sono date di santa ragione, con il secondo che è arrivato ad accusare il collega di aver “trasformato il sindacato nel surrogato di un partito”. I toni usati dalla neosegretaria subito dopo la nomina sono stati di tutt’altro tenore: “Non abbiamo nessun pregiudizio nei confronti della Cgil e della Uil – ha detto in un’intervista a ‘Repubblica’ – diciamo soltanto che ci piacerebbe ritrovarci sui contenuti e sul metodo, che è quello di valutare le proposte nel momento in cui vengono fatte”. Vedremo se cambierà qualcosa.

Ma mentre il governo gongola per tali fratture, oggi più che mai l’Italia avrebbe estremo bisogno dell’unità sindacale. Siamo al ventitreesimo mese di fila di calo della produzione industriale, tornata ai livelli pre-Covid; la cassa integrazione esplode; il Pil cresce la metà di quanto stimato dallo stesso governo nel Psb; i salari restano al palo e il 40% dei lavoratori italiani ritiene che nel 2024 il proprio potere d’acquisto sia ulteriormente sceso; le imprese stimano il 6,4% di assunzioni in meno all’inizio di quest’anno; 6,6 milioni di dipendenti (50,8% del totale) sono in attesa di rinnovo del contratto. Tra questi figurano anche i metalmeccanici, una platea di circa 1,6 milioni di lavoratori che a febbraio torneranno a incrociare le braccia per 8 ore. In questo caso Fiom, Fim e Uilm stanno conducendo una battaglia unitaria che tre mesi fa, dopo una fase di stallo, ha portato alla rottura del tavolo con Federmeccanica e Assistal (si veda “La Notizia” del 15 novembre 2024). Come si dice in questi casi: l’unione fa la forza. Ripartire da qui si può e si deve, ognuno – s’intende – con le proprie differenze ma senza cedere del tutto alle lusinghe di chi, dietro agli elogi sperticati, nasconde ben altri obiettivi. A buon intenditor…