Niente gare e nessuna concorrenza. Così la società accusata di essere dei clan vinceva gli appalti dei parcheggi da M-I, il consorzio di Milan e Inter

La perizia della procura svela gli iter ritenuti irregolari dai pm con i quali la Kiss&Fly ha ottenuto da Milan e Inter il monopolio dei parcheggi allo stadio

Niente gare e nessuna concorrenza. Così la società accusata di essere dei clan vinceva gli appalti dei parcheggi da M-I, il consorzio di Milan e Inter

Oltre 27 milioni di euro. È quanto ha guadagnato nel solo 2023 la M-I Stadio srl, la società compartecipata da Inter e Milan che “gestisce, per conto dei club, le attività dello stadio Meazza”, su concessione del Comune di Milano. Un’enormità di soldi. Soprattutto se rapportati a quanto le due squadre pagano come canone di affitto annuale per lo stadio a Palazzo Marino:  6.975.912,45 euro.

La perizia della procura fa luce sull’affare parcheggi dello stadio

A fare i conti – e a svelare le cifre degli incassi delle due squadre – è la consulenza tecnica preliminare commissionata dal pubblico ministero Paolo Storari all’architetto Maurizio Bracchi, nell’ambito dell’indagine “Doppia curva” sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta tra gli ultras di Milan e Inter, per la quale la procura alcune settimane fa ha chiuso le indagini ai danni di 11 persone e 8 società.

Gli indagati dell’indagine Doppia curva

Nelle 28 pagine che La Notizia ha potuto leggere, il perito ripercorre, in particolare, i vari iter di affidamento (irregolari) da parte di M-I degli appalti per i parcheggi dello stadio, sempre vinti dalla stessa società, la Kiss&Flay dell’imprenditore Gherardo Zaccagni (indagato). Così come indagati sono il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri, accusato di corruzione per l’affidamento proprio a Zaccagni dei parcheggi per la stagione dei concerti 2024, in cambio di un quadro da 10mila euro, in qualità di componente “del consiglio direttivo della M-I Stadio”, e Giuseppe Caminiti, detto “Pino ”, ritenuto dagli inquirenti uomo dei clan (il suo riferimento sarebbe il boss di San Luca, Giuseppe Calabrò, detto “’U dutturicchiu”). Per i pm sarebbe stato Caminiti a introdurre Zaccagni ai vertici delle curve di Milan e Inter, permettendogli poi di ottenere gli appalti della M-I.

Dal 2019 niente gare competitive per i parcheggi

Secondo la consulenza, la società M-I “in qualità di organi indiretti della pubblica amministrazione” dovrebbe sub-appaltare i servizi, come i parcheggi, attraverso regolari gare di appalto. Ma così non fa.  L’8 maggio 2019, per esempio, si devono appaltare 1726 stalli per la stagione dei concerti.

Palmeri per conto di M-I contatta solo due società – GiOnBoard e Kiss&Fly – invitandole a presentare un’offerta. La prima offre 126.000, la seconda 127.800. Così Palmeri riferisce a Milan e Inter l’esito della “gara”. I club rispondono concordi che il contratto debba andare al miglior offerente. Ma quel contratto “così informalmente perfezionatosi”, scrive il perito, “presenta le stesse caratteristiche di un appalto pubblico” e doveva prevedere “una procedura negoziata previa consultazione di almeno 5 operatori”. Ma “di tale indagine e successiva procedura negoziata non vi è traccia”, annota il perito.

Nel 2020 la gara si fa via Pec con offerte non secretate. E vince ancora Kiss&Fly

Ancora peggio va nel 2020, quando l’affidamento avviene sempre nello stesso modo, ma la M-I chiede agli unici due partecipanti (Kiss&Flay e Cipes) di inviare le offerte via Pec e non in busta chiusa. La pec di Cipes arriva per prima, tre ore dopo quella di Kiss&Fly (con un’offerta superiore per 7.000 euro a quella dei concorrenti). Oltre alla mancanza di una gara competitiva a 5, il perito annota: “l’averne previsto il deposito mediante Pec ha potenzialmente consentito al soggetto appaltante di conoscere i contenuti delle offerte stesse già al momento della presentazione”.

Nel 2023 e 24, invece, la gara non si fa proprio

Nel 2023, invece, il problema “gara” per quanto opaca, non si pone più, visto che Kiss&Fly scrive a fine dicembre 2022 a M-I, proponendo direttamente un’offerta per i parcheggi dei concerti dell’estate 2023. Tanto che nella relazione della procura si legge: “la concessione dei parcheggi in favore di Kiss&Fly si perfeziona senza neppure quella forma embrionale e informale, peraltro non conforme ai canoni codicistici, di negoziato in qualche modo esperita nei due esercizi precedenti”.

Idem per il 2024, dove annota Bracchi “non vi è traccia di alcun negoziato in atti”. Sta di fatto che il 10 gennaio 2024 gli ad Marco Lomazzi per il Milan e Mark van Huuksloot per l’Inter firmano l’ennesimo accordo, mediato da Palmeri, con la Kiss&Fly. Senza porsi alcun problema.

Palazzo Marino non si è mai accorto di nulla

Al di là delle possibili implicazioni penali che saranno decise nei tre gradi di giudizio, dalla ricostruzione della procura si evincono alcuni spunti di riflessione.

Il primo è il volume di affari che Palazzo Marino ha delegato ai club, i quali, grazie ai servizi, arrivano a incassare oltre quattro volte il canone fisso annuale che versano al Comune. Soldi che restano a Milan e Inter ma che potrebbero benissimo essere incamerati dal pubblico.

Il secondo è che ogni operazione di sub-appalto è mediata da Palmeri, il quale rivestiva anche un ruolo politico, e avallata dai vertici dei due club, nonostante l’oggettiva irregolarità dei vari iter.

Il terzo aspetto, forse il più preoccupante, è che il Comune di Milano non si è mai reso conto di quanto stava avvenendo dentro e fuori San Siro, dove per anni la ‘ndrangheta sembrerebbe aver guadagnato milioni di euro. Indisturbata.