Di fronte al più che probabile ritorno della guerra a Gaza, i mediatori di Qatar ed Egitto stanno “lavorando intensamente” per risolvere la crisi legata all’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Tuttavia, il negoziato appare sempre più in salita, tanto che da Doha, in Qatar, trapela un forte pessimismo sulle possibilità di convincere il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a ritornare sui propri passi e a rispettare l’accordo di pace.
Del resto, il leader israeliano, forte del supporto americano e deciso a non scontentare l’ultradestra dello Stato ebraico, ha lanciato un ultimatum al gruppo palestinese, dichiarando: “Se non verranno liberati tutti gli ostaggi entro sabato, la guerra riprenderà”.
Si tratta di una condizione inaccettabile per Hamas, la cui sopravvivenza è strettamente legata alla gestione degli ostaggi ancora in suo possesso. Per questo, il gruppo intende proseguire con un rilascio scaglionato, da portare avanti anche durante la seconda fase dell’accordo, che tuttavia non è ancora stata definita.
A Gaza torna l’incubo della guerra. Netanyahu non sente ragioni e sfida Hamas dettando condizioni inaccettabili: “Sabato liberi tutti gli ostaggi o si tornerà a combattere”
Intanto, continuano a suscitare polemiche le ripetute dichiarazioni dell’ex presidente americano Donald Trump, che ha parlato di una “necessaria deportazione dei palestinesi” dalla Striscia di Gaza verso i Paesi arabi vicini. Contro questa proposta si è schierato il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, definendola: “Inaccettabile per tutto il mondo arabo”. Aboul Gheit ha aggiunto: “Combattiamo questa idea da cento anni e non siamo pronti a capitolare adesso. L’attenzione oggi è sulla Striscia di Gaza, domani sarà sulla Cisgiordania, con l’obiettivo di svuotare la Palestina storica dei suoi abitanti originari, ma non lo permetteremo mai”.
Critiche nei confronti di Trump sono arrivate anche dal presidente francese Emmanuel Macron, che in un’intervista alla CNN ha affermato: “La soluzione corretta per Gaza è un’operazione politica, non un’operazione immobiliare”. Lo stesso ha poi aggiunto, con una decisa stoccata al tycoon, che “non si può dire a due milioni di persone: ‘Ok, indovina un po’? Te ne dovrai andare’.”