Almasri, adesso il governo fa retromarcia sull’Aja

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ora è pronto ad interloquire, ma le opposizioni vogliono sfiduciarlo

Almasri, adesso il governo fa retromarcia sull’Aja

L’arresto eseguito senza la preventiva consultazione col ministero della Giustizia. Il mandato della Corte penale internazionale con “gravissime anomalie” e dunque “radicalmente nullo”. L’espulsione su un aereo di Stato, come avvenuto altre volte.

I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi appena pochi giorni fa (il 5 febbraio) hanno ricostruito in Parlamento il caso Almasri sostenendo la correttezza dei loro atti contrapposta alle “incongruenze” ed agli “errori” di quelli della Corte dell’Aja.

E Nordio aveva anche minacciato una richiesta di delucidazioni all’organismo. Problemi di forma ma anche e soprattutto di contenuto. Per non parlare delle bordate dei due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, alla Corte penale internazionale che secondo loro più che indagare dovrebbe essere indagata.

Dietrofront di Nordio: ora offre collaborazione all’Aja

Poi ieri la marcia indietro, pare dietro sollecitazione della premier Giorgia Meloni che vuole smussare i troppi conflitti aperti. Il ministero della Giustizia ha chiesto informalmente alla Corte penale internazionale di avviare delle consultazioni per una comune riflessione sulle criticità che hanno riguardato il caso Almasri: lo scopo è di scongiurare il ripetersi di situazioni analoghe e di avviare una sorta di ‘agreement’ per una migliore collaborazione futura.

In queste ore all’Aja è dunque giunto un documento riguardante alcuni chiarimenti e ipotesi per facilitare la comunicazione con i giudici internazionali in futuro. Intanto i partiti di opposizione – Pd, M5S, Avs, Iv e Più Europa – presenteranno in Parlamento una mozione di sfiducia contro Nordio.

Anche un sudanese vittima di torture da parte di Almasri è stato spiato

Sull’altro fronte del caso Paragon emerge, invece, che anche David Yambio, sudanese vittima delle torture ad opera di Almasri in Libia e presidente dell’associazione ‘Refugees in Libya’, è stato spiato da parte dello spyware Graphite, messo a punto dalla società israeliana Paragon Solutions, lo stesso che ha colpito Luca Casarini, fondatore della Ong Mediterranea, e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato.

Non a caso lo stesso Casarini, alla domanda su quale potesse essere il legame che unisce i vari spiati in Italia, ha sottolineato che tra loro ci sono “testimoni di gravi crimini in Libia, di chi va a soccorrere persone in mare o ha materiale su chi agisce in Libia e su cosa accada in Libia”.

Yambio si trovava al Parlamento europeo per partecipare a una conferenza stampa convocata per lanciare un appello a favore del sostegno dell’Ue alla Corte penale internazionale, alla luce delle sanzioni imposte da Trump alla stessa Corte.