Libano: la sfida umanitaria di GSIF con Fondazione Roma

Libano: la sfida umanitaria di GSIF con Fondazione Roma

Libano: la sfida umanitaria di GSIF con Fondazione Roma

Offrire supporto psicologico e educativo e garantire il sostegno immediato e a lungo termine necessario a curare le cicatrici del trauma post-bellico delle giovani ragazze rimaste senza genitori ospitate nella casa di accoglienza delle Suore del Buon Pastore di Ain Saadeh, sobborgo a nord-est di Beirut. È questo l’obiettivo del progetto sostenuto dalla Fondazione Roma, che ha scelto di confermare così il proprio impegno in un Libano, dove gli attacchi e bombardamenti del settembre scorso hanno aggravato la preesistente stagnazione economica e la profonda crisi sociale, lasciando alle spalle oltre un milione di persone sfollate, senza accesso a beni essenziali, istruzione e assistenza sanitaria.

Il progetto è un tassello del più ampio piano di interventi voluto dalla Good Shepherd International Foundation ETS (GSIF), con un’esperienza decennale nel sostegno ai più vulnerabili in oltre 35 Paesi, da anni in prima linea nel Paese accanto alle Suore del Buon Pastore, con progetti di cooperazione a vantaggio soprattutto di minori e giovani e ora con interventi umanitari d’emergenza e di ricostruzione.

«Come Fondazione Roma – spiega il Presidente Franco Parasassi – vogliamo essere sempre in prima linea in tutte quelle iniziative che rispondono ai bisogni delle comunità vulnerabili e in difficoltà. La collaborazione con le Suore del Buon Pastore e con GSIF, che da anni operano instancabilmente in un contesto con molteplici criticità, è un impegno che riflette la nostra volontà di dare risposte tangibili e di offrire un supporto concreto a giovani ragazze che hanno vissuto traumi profondi a causa del conflitto e della perdita dei loro genitori. Crediamo – conclude il Presidente Parasassi – che l’educazione, unita al sostegno psicologico, possano fortemente concorrere a risanare dalle ferite dell’odio e della violenza e costituiscano strumento di speranza per un futuro migliore, affinché più persone possibili abbiano adeguate opportunità per ricostruire la propria vita in un ambiente sicuro e protetto.»

«La grave emergenza determinata dal conflitto ha fatto esplodere una vera crisi umanitaria in tutto il Paese: è indispensabile assicurare il sostegno immediato a più di 10.000 persone delle località di Deir El Ahmar, e del quartiere di Roueisset (Beirut) dove operiamo accanto alle Suore del Buon Pastore, portando beni di prima necessità, offrendo supporto psicosociale e assistenza sanitaria, per soddisfare i bisogni essenziali e promuovere la resilienza della comunità – spiega Cristina Duranti, direttrice di GSIF – . C’è bisogno di cibo e acqua pulita, servono farmaci e cure sanitarie perché strutture e ospedali sono compromessi dai bombardamenti, servono alloggi per sostituire quelli rasi al suolo, serve sostegno psicologico ed è urgente ripristinare un senso di normalità e di routine soprattutto per i bambini, le bambine e le ragazze, prime innocenti vittime di qualsiasi conflitto».

Proprio in quest’ottica si muove l’attività sostenuta dalla Fondazione Roma, che si concentra, in particolare, sulle sessanta giovani accolte nel centro di Ain Saadeh, dove il trauma viene trasformato in resilienza attraverso un approccio integrato che combina sostegno psicologico, istruzione di qualità e attività di gruppo per favorire la guarigione.

«Questo rifugio rappresenta l’unico luogo sicuro, l’unica casa che queste ragazze conoscono. Serve una corsa contro il tempo per dare a queste ragazze, molte delle quali senza una famiglia, un futuro migliore – racconta Suor Antoinette Assaf, responsabile della missione in Libano –. Qui ogni giorno lavoriamo con l’équipe degli educatori e degli psicologi per creare e mantenere uno spazio sicuro, un ambiente stimolante e positivo nel quale insieme le ragazze possano guarire e superare i traumi e continuare a studiare con la serenità di chi sa di essere accolto e protetto».

Nello specifico le ragazze potranno usufruire tra l’altro di supporto psicologico professionale, offerto tramite sessioni di terapia individuali e di gruppo, di laboratori per il superamento dei traumi e il miglioramento della salute mentale, della resilienza emotiva e della capacità di adattamento e, infine, di 10 borse di studio che garantiranno alle ragazze più svantaggiate l’accesso ad un percorso scolastico di qualità, rendendo l’educazione una fonte di resilienza e speranza.
Nell’ultimo anno GSIF, grazie a 189 progetti di sviluppo realizzati nei paesi più fragili in Africa, Asia e America Latina, ha contribuito a migliorare la vita di quasi 160 mila persone che vivono in condizioni di povertà, emarginazione e sfruttamento, migrazione e tratta, vittime di violenza e altre violazioni dei diritti umani. Migliaia di ragazze, donne e bambini all’interno delle loro comunità adesso sono più protetti e inclusi e hanno accesso a educazione, nutrizione, cure sanitarie e protezione sociale. GSIF continua a promuovere lavoro dignitoso e opportunità economiche in particolare per le donne, rafforzando la sicurezza alimentare delle famiglie ed una crescita sostenibile delle comunità.