La Sveglia

Santanchè affonda, ma finge di nuotare

Daniela Santanchè è ancora in bilico, ma ormai è solo questione di tempo. Ogni tentativo di difesa suona come un ultimo, disperato colpo di teatro. La ministra del Turismo, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto il peso di un’indagine per truffa aggravata ai danni dell’Inps, resta incollata alla poltrona mentre il suo stesso partito la isola, scegliendo il silenzio alla Camera per evitare imbarazzi pubblici.

La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni non ha i numeri per passare, ma il problema per Santanchè non è più la tenuta parlamentare: è la credibilità, ormai frantumata. Il processo Visibilia inizierà il 20 marzo, e l’udienza per la presunta truffa all’Inps seguirà a stretto giro. A questo si aggiunge l’indagine per bancarotta fraudolenta legata al suo impero aziendale. Un quadro che rende la sua permanenza al governo una lenta agonia politica.

Fratelli d’Italia la lascia sola: nessun intervento ufficiale nella discussione alla Camera, nessun gesto di solidarietà pubblico. Giorgia Meloni mantiene il distacco, lasciando che il destino della ministra si consumi da solo. Il centrodestra temporeggia, ma la strategia del silenzio ha un limite: Santanchè non può sopravvivere all’erosione continua della sua posizione.

La politica, a volte, segue la semplice regola della gravità: quando il peso delle accuse è troppo grande, la caduta diventa inevitabile. La ministra ostenta sicurezza, sorride ai microfoni, prova a rilanciare il suo ruolo elogiando i numeri del turismo. Ma la sua parabola è segnata, e il silenzio della sua stessa maggioranza suona come il rintocco funebre di una carriera che si avvia verso il tramonto.