Sanzioni Usa alla Corte dell’Aja, l’Italia con Trump contro l’Ue

Insorgono i 5 Stelle: "Il governo Meloni si schiera dalla parte degli aguzzini e non delle vittime". Il Pd: "Che fine ha fatto la premier?"

Sanzioni Usa alla Corte dell’Aja, l’Italia con Trump contro l’Ue

Germania, c’è. Francia, c’è. Spagna, anche. C’è persino la Gran Bretagna. L’Italia, non pervenuta… Sono i big dell’U e non, che ieri hanno sottoscritto la dichiarazione congiunta firmata da 79 Paesi membri della Corte penale internazionale (Cpi), attaccando le sanzioni decise due giorni fa da Donald Trump. L’iniziativa, partita da Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e Vanuatu, ha raccolto in poche ore l’adesione dei due terzi dei Paesi che hanno ratificato lo statuto di Roma sulla Cpi.

E tra questi compaiono quasi tutti i membri dell’Ue, ossia Francia, Germania, Belgio, Grecia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Estonia, Spagna, Cipro, Lettonia, Croazia, Austria e Malta. Tranne l’Italia.

Trump vuole impedire le indagini sui crimini di Usa e Israele

A scatenare la reazione globale, le sanzioni sottoscritte dal neo-presidente Usa contro i funzionari che “indagano sui cittadini americani e sugli alleati come Israele”. Il capo della Casa Bianca ha accusato il tribunale di aver intrapreso “azioni illegittime e infondate contro l’America e il nostro stretto alleato Israele”, riferendosi alle indagini della Cpi su presunti crimini di guerra da parte di militari americani in Afghanistan e le truppe israeliane a Gaza.

I giudici, secondo Trump, hanno “abusato del loro potere” emettendo un mandato di arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La Corte ha immediatamente condannato la decisione di Washington, denunciandolo come un tentativo di “danneggiare il suo lavoro giudiziario indipendente e imparziale” e, in una nota, ha ribadito il “fermo sostegno al suo personale” e l’impegno a “continuare a fornire giustizia e speranza a milioni di vittime innocenti di atrocità in tutto il mondo, in tutte le situazioni che si presentano”. La Corte ha anche esortato “i 125 Stati membri, la società civile e tutte le nazioni del mondo a restare uniti per la giustizia e i diritti umani fondamentali”.

Von der Leyen costretta a ribadire fiducia e appoggi alla Cpi

La prima a raccogliere l’appello era stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ieri ha twittato: “La Cpi garantisce l’accertamento delle responsabilità per i crimini internazionali e dà voce alle vittime in tutto il mondo. Deve poter proseguire liberamente la lotta contro l’impunità globale”. La presidente ha anche assicurato che “l’Europa sarà sempre a favore della giustizia e del rispetto del diritto internazionale”.

In mattinata era stato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, reduce dall’incontro a Bruxelles con la presidente della Cpi, la giudice Tomoko Akane, a dichiarare che “sanzionare la Corte penale internazionale minaccia l’indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso”.

Idem le Nazioni Unite, che per bocca della portavoce dell’Alto commissariato per i diritti umani Ravina Shamdasani, si erano dette “profondamente dispiaciute per le sanzioni individuali annunciate ieri contro il personale del tribunale” e che hanno chiesto “che queste misure vengano revocate”.

Compromesse tutte le inchieste in corso

Per i 79 firmatari del documento, le sanzioni di Washington “comprometterebbero gravemente tutte le situazioni attualmente sotto inchiesta, poiché la Corte potrebbe dover chiudere i suoi uffici sul campo”, oltre ad “aumentare il rischio di impunità per i crimini più gravi e minacciare di erodere lo stato di diritto internazionale”.

Tutto il mondo civile sta con la Cpi, tranne l’Italia

Insomma, tutto il mondo “civile” è insorto contro l’ennesimo scatto a destra di Trump. Tutti, tranne il governo di Giorgia Meloni, quello che per bocca del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, vorrebbe la Cpi sotto inchiesta. Quello che per bocca del ministro Carlo Nordio, non saprebbe scrivere i mandati d’arresto (e per di più li verga in inglese…).

Pedullà: “L’Italia non merita questi cialtroni”

“L’assenza dell’Italia dall’elenco dei 79 firmatari è una ferita per la nostra democrazia, per il diritto e la legalità internazionale”, dichiara l’eurodeputato M5s Gaetano Pedullà, “Dopo il caso Almasri ancora una volta il governo Meloni si schiera dalla parte degli aguzzini e non delle vittime, degli aggressori e non degli aggrediti e lo fa isolando l’Italia dal resto del mondo e abbracciando Trump e i suoi deliri sul Medio Oriente. Adesso basta, l’Italia non merita questi cialtroni”.

Il Pd: “Che fine ha fatto Giorgia Meloni?”

“Ministri del nostro governo attaccano la Cpi mentre l’Europa e l’Onu la difendono dagli attacchi di Trump e della destra. Fioccano le interrogazioni parlamentari su vicende di spionaggio che andrebbero chiarite al più presto. Ancora buio sulla vicenda del criminale Almasri che Nordio e Piantedosi non hanno chiarito e per la quale continuiamo a chiedere la presenza della Presidente del Consiglio in aula. La Presidente del Consiglio non ha nulla da dire? Non ci regala nemmeno un video sui social? Non ‘ci mette la faccia’? Dove è finita Giorgia Meloni?”, si chiede invece il dem Francesco Boccia.