Spedire in Parlamento come controfigure i suoi ministri non ha funzionato. Giorgia Meloni sarà costretta, volente o nolente, a dare spiegazioni sul volo di Stato offerto al torturatore libico Almasri. La strategia, già usata, di lasciare assopire la polemica usando membri del governo come scudo ha ottenuto l’effetto opposto: il ministro dell’Interno e il ministro della Giustizia hanno offerto altri fianchi all’opposizione.
La denuncia contro l’Italia presentata alla Corte penale internazionale aggiunge sale alla ferita. Palazzo Chigi puntualizza che non ci sono inchieste (per ora) e la Cpi lo conferma. Nordio ironizza e Tajani attacca. Anche questo non basterà: l’Italia, nella percezione internazionale, è il Paese che ha negato la giustizia per centinaia di persone – anche bambini – che sono state vittime delle brutalità del capo della polizia giudiziaria libica. Alla faccia dell’autorevolezza internazionale.
Nello stesso giorno Palazzo Chigi è costretto ad ammettere che esistevano contratti con Paragon Solutions. I suoi spyware hanno ascoltato giornalisti e attivisti che – sarà una coincidenza – non sono amati dal governo. Tra gli spiati c’è anche l’attivista Husam El Gomati che – sarà una coincidenza – denuncia le attività illecite in Libia.
È vero, questo governo è ancora forte nei sondaggi ma dimostra ogni giorno di più di aver perso lucidità. A ogni azione corrisponde una reazione. E la propaganda capitola davanti alla verità.