Le previsioni del governo sono già irraggiungibili. E siamo ancora a inizio febbraio. Anche per il 2025 la crescita sarà inferiore a quella prevista dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel Piano strutturale di bilancio. A certificarlo sono le ultime stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che prevedono un Pil ben lontano dal +1,2% pronosticato dal Psb per il 2025. L’Upb, peraltro, rivede al ribasso le stime rispetto alle precedenti previsioni di ottobre, sottolineando come l’economia continui a ristagnare e segnalando il rischio derivante dalle tensioni internazionali.
Ma partiamo dal recente passato: la crescita del 2024 è considerata dello 0,7%, ma non verrà seguita da una vera ripresa: nel 2025 si fermerà allo 0,8% e nel 2026 allo 0,9%. Parliamo di tre anni al di sotto dell’1% di crescita, obiettivo che il governo dava per certo già per lo scorso anno e che invece non verrà raggiunto neanche nei prossimi due. Non solo, perché l’Upb parla anche di “rischi orientati al ribasso”. Le previsioni sono inferiori a quelle autunnali. La revisione relativa allo scorso anno dipende anche dai nuovi dati Istat sul 2023, ma per i prossimi due anni a incidere sono il deterioramento delle proiezioni sugli scambi internazionali e il nuovo aumento dei prezzi del gas. Tornando sulla fine del 2024, l’Upb sottolinea la frenata dell’industria, le dinamiche moderate del terziario e l’incertezza ne nell’edilizia.
L’Upb taglia le stime del Pil: le incognite per la crescita
E a proposito di incertezza, in autunno ad aumentare è stata anche quella di famiglie e imprese. Tra le cattive notizie ci sono pure quelle relative ai salari reali: seppur la perdita si sia ridotta, è rimasta comunque tre punti al di sopra del 2021, a dimostrazione del fatto che non è stato recuperato il potere d’acquisto dopo la crisi inflattiva. Passiamo poi all’anno in corso: l’Upb prevede un lieve passo avanti con un Pil al +0,8%. Ci si attende un rafforzamento grazie soprattutto alle componenti interne della domanda.
Il consolidamento sarà parziale nel 2026, con un +0,9%. Su cui però pesano diverse incognite, a partire dai rischi relativi ai conflitti internazionali e alle guerre commerciali. In questi calcoli, inoltre, vengono contemplati anche gli investimenti del Pnrr che però potrebbero essere rivisti in caso di mancato rispetto delle tempistiche. L’Upb prevede poi altri due scenari, riguardanti le quotazioni di petrolio e gas. Nel caso di uno scenario migliore, la crescita aumenterebbe dello 0,1% per ognuno dei prossimi due anni. Nello scenario meno favorevole, invece, la crescita rallenterebbe dello 0,1% quest’anno e dello 0,2% nel 2026.