Lo schiaffo di Bruxelles al Governo Meloni sull’obbligo del rispetto del diritto europeo nei confronti dei migranti trasferiti in Albania è arrivato ieri, proprio mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, stava difendendo il piano del governo (già costato circa un miliardo di euro), rispondendo durante il Question Time a un’interrogazione in merito ai due centri di Gjadër e Schengjin.
Brunner: “Il protocollo Italia-Albania non deve compromettere il sistema europeo comune di asilo”
Ed è un messaggio chiarissimo quello fatto recapitare dal Commissario agli Interni, Magnus Brunner, a Meloni. Il commissario, rispondendo ad un’interrogazione degli eurodeputati del Pd, Avs e M5s, sull’attuazione del protocollo Italia-Albania, ha detto: “Questo non deve compromettere il sistema europeo comune di asilo o incidere negativamente sulle norme comuni dell’Ue. Deve essere complementare alle vie di accesso all’asilo esistenti e non può frapporsi a finalità e obiettivi del diritto Ue in quest’ambito, né ledere i diritti e le garanzie che gli Stati membri devono concedere alle persone che si trovano in queste situazioni”.
“La Commissione vigilerà”
Ha poi aggiunto: “Quando estendono l’applicazione delle disposizioni di diritto nazionale che attuano il diritto dell’Unione a situazioni che esulano dall’ambito di applicazione di quest’ultimo, gli Stati membri devono farlo in modo da non compromettere o eludere l’applicazione delle norme armonizzate o degli obblighi da esso previsti”. Per concludere con un minaccioso: “La Commissione continuerà a seguire da vicino l’attuazione del protocollo”.
Ciriani in aula ripete la solita difesa d’ufficio dei Cpr
Una vera doccia fredda per il governo. Tuttavia nessuno deve aver avvertito il povero ministro della pronuncia europea. E infatti Ciriani è andato in aula – forse ignaro di quanto dichiarato da Brunner – e ha ripetuto la solita difesa d’ufficio dei Cpr. Provocando un involontario effetto comico, visto che in numerosi passaggi del suo intervento, ha invocato proprio l’Unione europea, che – secondo l’esecutivo – guarderebbe con favore all’esperimento italiano…
“Quegli 880 posti sono un’opportunità”
Pur ammettendo che “il progetto in Albania è un’operazione che presenta profili inediti e di complessità rispetto ai quali il Governo è al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli sinora incontrati al fine di consentire la piena funzionalità dei centri realizzati”, il ministro ha detto “che le procedure accelerate di frontiera, a partire dal 2026, costituiranno un obbligo per gli Stati membri in virtù del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo” e che “le nuove regole europee impongono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone. Pertanto gli 880 posti delle strutture in Albania rappresentano un’indiscutibile opportunità”.
E ha aggiunto: “La prosecuzione del progetto si inserisce nella linea tracciata dal Governo sin dal suo insediamento, che mira a ricondurre i flussi migratori entro una cornice di legalità e sostenibilità”, tanto che “il progetto andrà avanti nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare, che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo, sia la strada da perseguire per combattere gli affari di trafficanti senza scrupoli”. Parole che stridono con i respingimenti (doverosi quanto scontati) decisi sia dai giudici delle sezioni immigrazione, sia da quelli delle Corti d’Appello…
“Von der Leyen interessatissima all’esperimento italiano in Albania…”
Ma forse, il passaggio più stridente con le dichiarazioni di Brunner si è raggiunto quando Ciriani ha sottolineato “il forte interesse per l’iniziativa da parte di 15 Paesi europei”… E non contento, ha aggiunto: “Anche la Presidente della Commissione europea ha espressamente sottolineato l’importanza di continuare a esplorare l’idea di sviluppare hub di rimpatrio fuori dall’Unione europea e di guardare con grande attenzione a quanto l’Italia sta facendo in Albania”. Forse, circa l’interesse, ha avuto ragione, ma non sembra che si tratti proprio di un interesse “positivo”…
Antoci: “Dall’Europa risposta chiara, i cpr albanesi vanno chiusi”
“La risposta del Commissario europeo Brunner all’interrogazione parlamentare cofirmata dal Movimento 5 Stelle non lascia dubbi – commenta l’europarlamentare Giuseppe Antoci -. Nonostante i vari proclami del governo, da ultimo il Ministro Ciriani subito smentito, l’hotspot in Albania deve rispettare il diritto europeo di asilo. Le garanzie che gli Stati membri devono concedere ai migranti vanno rispettati fino in fondo e visto che così non è, a seguito anche delle numerose mancate convalide dei trattenimenti da parte dei giudici, questo centro va smantellato. Qualcuno prima o poi dovrà rispondere davanti ai cittadini italiani di questo maxi-spreco”.