Epidemie e fame, ecco gli effetti dello stop di Usaid voluto da Musk e Trump

La chiusura di Usaid voluta da Trump e Musk scatena una crisi umanitaria globale: milioni senza cibo, cure e assistenza essenziale

Epidemie e fame, ecco gli effetti dello stop di Usaid voluto da Musk e Trump

Il 4 febbraio 2025 non verrà ricordato solo come il giorno della chiusura dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), ma come l’inizio di una crisi umanitaria globale di proporzioni inedite. La decisione, orchestrata da Elon Musk su incarico dell’amministrazione Trump, ha avuto effetti immediati e devastanti: scorte di cibo e medicinali essenziali abbandonate nei magazzini, programmi vitali interrotti, migliaia di operatori umanitari licenziati.

Dalla fame alle malattie: le prime vittime della chiusura di Usaid

Il quadro è drammatico. In Sudan, paese già martoriato da violenze e carestie, i farmaci salvavita sono rimasti bloccati nei depositi, mentre in Congo l’instabilità è aumentata con la chiusura dei progetti sanitari. Centinaia di migliaia di bambini in Africa, che dipendevano dai pasti scolastici forniti grazie ai fondi Usaid, ora affrontano la malnutrizione. A Dhaka, in Bangladesh, il Centro Internazionale per la Ricerca sulle Malattie Diarroiche ha dovuto licenziare i propri scienziati, interrompendo ricerche cruciali su malaria e altre malattie infantili.

Le conseguenze non si fermano qui. In Malawi, i programmi di supporto all’agricoltura sostenibile sono stati interrotti, mettendo a rischio la sicurezza alimentare di un paese già provato da eventi climatici estremi. In Uganda, le iniziative di controllo della malaria sono state ridotte drasticamente, e in Sudafrica le cliniche per la cura dell’HIV/Aids, come la “Out” di Johannesburg che assisteva 6.000 pazienti, hanno sospeso i trattamenti.

Una crisi globale senza confini: dall’Africa all’America Latina

Oltre l’Africa, anche in Colombia la chiusura di Usaid ha avuto effetti catastrofici. I programmi che aiutavano le famiglie a fuggire dai conflitti armati e incentivavano la coltivazione di prodotti legali al posto della coca sono stati bloccati. L’ex presidente colombiano e premio Nobel per la pace, Juan Manuel Santos, ha dichiarato: «Tagliare questi programmi improvvisamente avrà un effetto umanitario terribile».

Secondo il Guttmacher Institute, il blocco degli aiuti per 90 giorni priverà 11,7 milioni di donne e ragazze dell’accesso alla contraccezione, causando la morte di 8.340 persone per complicazioni durante la gravidanza e il parto. Il presidente di Refugees International, Jeremy Konyndyk, ha definito la chiusura di Usaid un «evento di estinzione» per il settore umanitario globale, sottolineando come questa decisione destabilizzerà anche i bilanci di molte grandi organizzazioni e delle Nazioni Unite.

In risposta a questa catastrofe, l’ex presidente keniota Uhuru Kenyatta ha invitato i paesi africani a vedere il blocco degli aiuti come un «campanello d’allarme» per investire maggiormente nelle proprie risorse. Ma per molte delle persone colpite, la prospettiva di un supporto interno è un lusso irraggiungibile.

Le dichiarazioni di Musk, che ha definito Usaid una “organizzazione criminale” e ha espresso il desiderio che “muoia”, riflettono una visione cinica che ignora la dipendenza di milioni di persone da questi programmi. La chiusura di Usaid non è solo un attacco alle organizzazioni umanitarie, ma un colpo mortale a chi non ha altra rete di sicurezza.

La situazione è aggravata dalla confusione creata dai tentativi del governo Usa di mitigare l’impatto del blocco con esenzioni per progetti “salvavita”, senza definire chiaramente quali programmi rientrino in questa categoria. La domanda resta sospesa: cosa è davvero salvavita? Un vaccino? Un pasto per un bambino malnutrito?

La chiusura di Usaid ha dimostrato quanto fragile sia il sistema degli aiuti internazionali quando dipende da decisioni politiche arbitrarie. E mentre i magazzini si riempiono di scorte inutilizzate e le cliniche chiudono le porte, il prezzo di questa scelta lo pagano i più vulnerabili: donne, bambini e comunità intere lasciate senza speranza. Forse sono loro i veri nemici del duo Trump-Musk.