Continua la fuga di Giorgia Meloni dal Parlamento e dalle sue responsabilità. La premier non ha nessuna intenzione di riferire alle Camere sulla vicenda Almasri e decide di mandarci i suoi colonnelli. Ovvero il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e il collega alla Giustizia, Carlo Nordio che riferiranno oggi alla Camera e al Senato.
Ma le opposizioni non ci stanno. Continuano a chiedere che sia la premier a dover metterci la faccia. “È la Presidente del Consiglio che deve venire. Perché anche la Presidente del Consiglio è stata avvisata, c’è questo accertamento da fare davanti al Tribunale dei Ministri, ed è responsabile insieme ai ministri”, dichiara il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a Cinque Minuti, su Rai Uno.
“Questa vicenda riguarda il Governo nella sua interezza. Lei deve venire da donna, da madre, cristiana a spiegare perché ha messo su un volo di Stato con tutti gli onori e rimpatriato un criminale accusato addirittura di stupri su bambini con un mandato di arresto della Corte Penale Internazionale. Questo governo è una vergogna nazionale e internazionale. Questo governo sta cancellando tutta la legalità internazionale. Per cosa? Per rimpatriare un criminale, un boia? Domani mattina tutti gli stupri, tutti i crimini efferati, le nefandezze che questo criminale commetterà in Libia chiameranno come complice morale la presidente del Consiglio”.
La polemica tra Vespa e Conte su Almasri
Parole durissime e Conte non manca anche di ingaggiare un botta e risposta con Bruno Vespa che era stato accusato di far propaganda per il governo. “Lei – chiede Conte a Vespa – se fosse il Presidente del Consiglio andrebbe in Parlamento? Perché io ci sono andato sempre, ogni qual volta, anche Giorgia Meloni, dall’opposizione ha richiesto”.
“Perché lei – ha detto Conte riferendosi a Vespa – in altra occasione ha con grande veemenza sposato alcuni argomenti”. “Io con veemenza, forse eccessiva – ha replicato Vespa – ho detto una cosa diversa e cioè che i nostri servizi segreti, quindi i nostri Stati, perché i servizi segreti non sono deviati, sono i nostri Stati, devono avere rapporti anche con persone, diciamo, di pessima fama”.
“Nicola Latorre – ha argomentato Vespa – presidente della Commissione di Difesa nei governi Renzi, Gentiloni e Minniti, capo dell’autorità Delegata alla Sicurezza nel governo Renzi e ministro dell’Interno al governo Gentiloni, hanno detto entrambi che loro avrebbero fatto esattamente quello che ha fatto il governo ma non perché sono iscritti a FdI” ma perché “Almasri, che è un torturatore, un boia, è un pezzo dello Stato libico, e quindi o noi rompiamo i rapporti con la Libia oppure dobbiamo fare i conti anche con dei loschi figuri”.
“C’è una differenza – la replica di Conte – perché in questo caso è arrivato il mandato d’arresto della Corte Penale. I valori nostri sono tutti in quel trattato. Se poi ci arriva il mandato di arresto e noi lo stracciamo, noi stracciamo la legalità internazionale”.
Tutte le opposizioni d’accordo: sia Meloni a riferire in Parlamento
“Meloni continua a scappare dal Parlamento”, afferma la presidente dei deputati Pd Chiara Braga. “La presenza dei due ministri Nordio e Piantedosi è proprio il minimo sindacale. E il vero atto dovuto al Paese sarebbe la presenza di Giorgia Meloni in Aula”, dice il presidente dei senatori di Avs, Peppe De Cristofaro.
A fronte dell’insistenza delle opposizioni, il ministro Luca Ciriani chiarisce che non ci sarà alcuna informativa di Meloni: “Ci sono i due ministri, sono in grado di garantire la massima informazione. Meloni ha ritenuto che i due ministri fossero assolutamente adeguati”. Le destre invece fanno marcia indietro sull’iniziale volontà di non trasmettere la diretta tv dell’informativa dei due ministri. Dopo le polemiche verrà concessa sia al Senato sia alla Camera.