La Procura di Milano ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti di Chiara Ferragni, accusata di truffa in relazione alle operazioni commerciali legate al Pandoro Balocco ‘Pink Christmas Limited Edition Chiara Ferragni’ e alle ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni – Sosteniamo i Bambini delle Fate’. Il caso, già noto come Pandorogate, riguarda presunte pratiche ingannevoli legate alla vendita di prodotti a scopo benefico.
Pandorogate, Ferragni andrà a processo a Milano con l’accusa di truffa
Secondo la magistratura milanese, Ferragni avrebbe agito in concorso con altri soggetti nella promozione di questi prodotti tra il 2021 e il 2022, inducendo i consumatori a credere che l’acquisto fosse finalizzato a una raccolta fondi benefica. La vicenda ha già portato in passato all’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che aveva sanzionato l’imprenditrice per pratiche commerciali scorrette.
La difesa di Chiara Ferragni
L’influencer ha commentato la decisione della Procura con una nota in cui si dice sorpresa dall’evolversi della vicenda: “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”.
Anche i suoi avvocati, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno ribadito che “questa vicenda non ha alcuna rilevanza penale” e che “ogni profilo controverso è già stato affrontato e risolto avanti l’Agcm”. La difesa contesta inoltre la decisione della Procura di portare il caso in tribunale nonostante, a loro avviso, l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità.
La precisazione del collegio difensivo di Alessandra Balocco
Sul caso si è espresso anche il collegio di difesa di Alessandra Balocco, guidato dagli avvocati Alessandra Bono e Alessandro Pistochini, che “appresa la notizia del decreto di citazione a giudizio, si dichiara profondamente stupito e amareggiato in merito alla scelta della Procura di Milano di devolvere al Giudice del dibattimento la decisione sulla vicenda, che all’evidenza non ha alcuna rilevanza penale, tenuto conto della solidità degli argomenti giuridici sviluppati in un’articolata memoria difensiva”.
“Tutto ciò è ancora più evidente alla luce della rimessione della querela che incide sulla procedibilità dal reato, salvo conservare – da parte della Procura – pervicacemente la contestazione di un’aggravante che nulla ha a che vedere con la tipologia dei fatti in contestazione”, precisano i legali dichiarando, infine, che affronteranno il giudizio “con fiducia e serenità, nella piena convinzione dell’innocenza di Alessandra Balocco”.