Doveva essere il governo dell’addio alla legge Fornero, secondo le promesse del vicepresidente del Consiglio leghista, Matteo Salvini. Promesse che in campagna elettorale facevano credere agli italiani che le pensioni anticipate sarebbero rimaste, anzi sarebbero state rafforzate. E invece è andata esattamente all’opposto, con la stretta sulla Quota 103 e ancor di più sull’Opzione donna che ha di fatto affossato le uscite anticipate dal lavoro.
Un vero e proprio fallimento, perché se anche non è tornata del tutto la legge Fornero, i numeri dicono che in realtà è come se ci fosse a pieno, considerando che i numeri delle uscite anticipate sono ormai talmente bassi da essere sempre più vicini allo zero. La conferma arriva dal monitoraggio dell’Inps sui flussi di pensionamento: nel 2024 è sceso il numero di nuovi pensionati e la causa è legata soprattutto all’effetto della stretta del governo sulle pensioni anticipate.
Nel 2024 in calo le nuove pensioni
Lo scorso anno abbiamo avuto 830.452 nuove pensioni, contro le oltre 907mila dell’anno precedente. E il calo maggiore si registra proprio sugli anticipi, che sono scesi del 15,7%. Dopo che, tra l’altro, erano già nettamente diminuiti l’anno prima con la prima stretta sulle due misure. Le pensioni anticipate sono state 215.058 nel 2024 contro le circa 255mila dell’anno precedente. E si registra un vero e proprio crollo di Opzione donna, con meno di 3.500 uscite contro le quasi 12mila dell’anno prima. L’unica, molto relativa, buona notizia, è che cresce di poco l’importo medio dei trattamenti: salgono da 1.231 a 1.246 euro. Ma resta tutto il gender gap, con gli assegni delle donne che sono più bassi di circa il 29% rispetto a quegli degli uomini. L’importo medio mensile è infatti di 1.475 euro per gli uomini e di 1.048 euro per le donne: una differenza di 427 euro.
Quota 103 e Opzione donna, storia di un fallimento
I trattamenti di vecchiaia sono stati 254.213, ovvero 2mila in meno dell’anno precedente. Perché il calo generale dipende soprattutto dalla stretta sui canali di uscita anticipata introdotta dal governo con la manovra 2024, a partire dall’aggancio al metodo contributivo e dall’allungamento delle finestre per la Quota 103. Le condizioni più penalizzanti hanno portato gli anticipi, complessivamente, a scendere del 15,7% rispetto all’anno prima. E pensiamo che nel 2020, con la Quota 100, le pensioni erano 333mila contro le 214mila di oggi. Un calo si registra anche per le pensioni ai superstiti e di invalidità. Poi c’è il crollo di Opzione donna, con i nuovi paletti sempre più stringenti: ora possono accedere solo caregiver, persone con invalidità civile almeno del 74% e lavoratrici licenziate. Insomma, si è nettamente ridotto il bacino passando dalle 11.996 del 2023 alle 3.489 del 2024, pari al 71% in meno. E, peraltro, quasi la metà delle donne che ha usufruito di questa misura ha ricevuto assegni al di sotto dei mille euro.