Di fronte al silenzio del governo, anche i metalmeccanici annunciano uno sciopero di otto ore per febbraio. Una mobilitazione che non è diretta contro l’esecutivo, ma che nasce dalla sospensione delle trattative per il rinnovo del contratto. Una questione legata alle dinamiche tra le parti sociali, ma di cui il governo si sta completamente disinteressando, dimostrando ancora una volta la sua scarsa attenzione verso i diritti dei lavoratori.
Fiom, Fim e Uilm si dicono pronte a proclamare otto ore di sciopero entro la fine di febbraio in caso di “assenza della convocazione per la ripresa del confronto entro la fine di gennaio” da parte di Federmeccanica e Assistal, I segretari generali dei tre sindacati di categoria, Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella annunciano che le iniziative contro l’immobilismo sul rinnovo del contratto collettivo di lavoro dei metalmeccanici saranno deciso a livello territoriale e aziendale. Inoltre, viene nuovamente confermato “il blocco di ogni forma di flessibilità e straordinari”.
Lo scontro sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici
Da qualche giorno si è conclusa “la mobilitazione in tutte le fabbriche metalmeccaniche dopo la rottura con Federmeccanica e Assistal di metà novembre. Sono stati due mesi intensi di assemblee, scioperi articolati, presidi che hanno visto un’alta partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, con interruzione di ogni forma di flessibilità”, ricordano le sigle. Che accusano Federmeccanica e Assistal di non aver “rispettato lavoratori e sindacati presentando un’inedita e inaccettabile ‘contropiattaforma’. In questo contesto economico, sociale e geopolitico chi blocca la trattativa si assume la responsabilità di aggravare la situazione dei lavoratori dell’industria”.
I tre segretari spiegano che l’obiettivo “è sempre stato quello di una ripresa del confronto sulla piattaforma presentata dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici per assicurare una rapida conclusione della trattativa per il rinnovo”. Un segnale di vita al governo lo chiede il deputato del Movimento 5 Stelle, Dario Carotenuto: “Consapevoli del fatto che giungere a un accordo è prerogativa delle parti sociali, è impossibile non notare il silenzio tombale del governo che nemmeno di fronte alla rottura del tavolo tre mesi fa ha battuto un colpo”. “Si arrivi al traguardo nel più breve tempo possibile – ricorda Carotenuto – parliamo di un comparto di circa 1,6 milioni di lavoratori che meritano risposte davanti ai problemi che li attanagliano. La premier Meloni e la ministra Calderone smettano di chiudere gli occhi e si muovano”.