Cantieri, scioperi e sabotaggi, Salvini si assolve sul caos treni

Dagli attentati anarchici, ai troppi cantieri, fino agli scioperi: Salvini sfodera tutto il repertorio per auto-assolversi. Ma non spiega i motivi del caos treni

Cantieri, scioperi e sabotaggi, Salvini si assolve sul caos treni

Chi si aspettava un ministro Matteo Salvini che spiegasse le cause della debacle ferroviaria che ormai quotidianamente paralizza il Paese, è rimasto deluso. Ieri infatti in una Camera piena (ma solo di leghisti, il resto del governo ha dato buca) il ministro ha ringrazia tutti (“il mezzo miliardo di viaggiatori che nel 2024 hanno scelto i treni del nostro Paese”; i “92mila dipendenti di Fs e gli uomini e donne delle forze dell’ordine, che ogni giorno sono impegnati in attività che non meritano le troppe polemiche e insinuazioni che a volte ci sono sul loro operato”; persino “alcuni membri dell’opposizione”), ma non ha riferito i motivi per i quali il trasporto ferroviario italiano è al collasso.

Salvini denuncia “un’escalation di attentati” e spunta l’immancabile pista anarchica

Né ha portato uno straccio di prova del denunciato complotto per bloccare i convogli. Nada, nicht, zero. Solo accuse, illazioni e numeri. E l’immancabile pista anarchico-insurrezionalista che avrebbe rivendicato l’incendio di alcuni veicoli di Italferr, il 28 novembre scorso. “Da lì in poi – ha aggiunto – abbiamo un quadro di esplosioni, incendi dolosi, incidenti, problemi elettrici. Problemi che, dopo le denunce e gli esposti, non si sono più verificati”.

Ma sugli attentati il ministro ha taciuto, “per responsabilità”

“Un’escalation preoccupante che non abbiamo mai voluto sottolineare per senso di responsabilità, in attesa di raccogliere informazioni più precise”, ha aggiunto. Quindi, per Salvini le ferrovie sono oggetto di attentati da molto tempo, ma lui ha sempre taciuto il pericolo oggettivo, per non turbare gli animi. Poi però si è stufato di tacere e ha presentato gli esposti, che magicamente hanno fatto terminare i sabotaggi. Se così fosse, resta da chiedersi perché non abbia denunciato prima, così da evitare a milioni di italiani i disagi patiti?

Troppi treni e troppi cantieri

Sabotaggi a parte, a non far andare i treni sono i troppi convogli e il numero dei cantieri del Pnrr. Spiega infatti il ministro: “I treni in circolazione nel 2022 prima dell’insediamento di questo governo erano 8.874. Il 15 gennaio di quest’anno erano 10.252 al giorno, con un aumento del 15%. Nel 2022, i cantieri per nuove opere erano 616, quest’anno sono diventati 673 (+9,25%). Nel 2020, i cantieri per manutenzione erano 400, quest’anno sono diventati 520 (+30%). I risultati di questo impegno a tutto campo sono confortanti, perché contiamo 9mila treni al giorno che viaggiano sulla rete di RFI, mai così tanti in passato, con un incremento del numero dei passeggeri del 2% tra Frecce, Intercity e Regionali”.

E ancora: “Il 2024 non è stato un anno come gli altri per le ferrovie, contiamo 1200 cantieri aperti, con una differenza marcata rispetto al passato, di complessità e valore senza precedenti, più di 500 per la manutenzione Sono lavori indispensabili per raggiungere gli obiettivi del Pnrr, non rinviabili, e per rendere rete più moderna. Sono oltre 10 miliardi gli investimenti di Rfi nel 2024 che supera la previsione budget di 9 mld”.

Tante domande senza risposta

Dati sicuramente reali, ma allora perché aumentare i treni sapendo che le linee, già sovraccariche, erano destinate a maggiore manutenzione? Non sarebbe stato meglio far partire meno treni, ma essere sicuri che qui pochi arrivassero a destinazione in orario, invece di bloccare l’intera circolazione? C’è stato un errore di programmazione? Inoltre, se la manutenzione ordinaria è cresciuta, perché tanti guasti…?  Tutte domande rimaste senza risposta.

“Con la sinistra andava peggio”

E poi, naturalmente, ci sono i cattivi della sinistra, capaci solo di criticare. “Negli ultimi anni i risultati peggiori si riferiscono al 2018”, ha attaccato Matteo, “con meno treni e meno cantieri, quando i ministeri dei Trasporti erano prima del Pd e poi di M5S, col 68% di puntualità, e poi nel 2020 con il 70%: meno cantieri, meno treni e più ritardi, ma non mi sembra che ci fosse una campagna di questo genere”.

L’attacco ai sindacati e ai lavoratori che scioperano

Quindi l’immancabile stoccata agli odiati sindacalisti: “Nel 2024 il settore dei trasporti ha registrato 626 scioperi. Più di uno al giorno. E anche per questo, in più di una occasione, sono intervenuto con lo strumento della precettazione. La tutela dei viaggiatori è e sarà sempre una priorità: se ne faccia una ragione chi invoca rivolte sociali e chi ha già proclamato l’ennesimo sciopero il prossimo weekend”. Un’affermazione che evidentemente non tiene conto del Tar che giusto tre giorni fa aveva bacchettato il ministro proprio per le indebite precettazioni.

In ogni caso, treni fermi, stazioni che scoppiano, sindacalisti che remano contro, nulla spaventerà Salvini, perché lui è uno che non molla: “Come dimostra il processo Open Arms, ho le spalle larghe e non mi fermo se penso di essere nel giusto e sto lavorando per il bene dell’Italia e degli italiani”. Chissà che non sia proprio questo a far tremare gli italiani, oltre a farli arrivare in ritardo.