Dai dazi alla guerra Trump presenta il conto all’Europa e von der Leyen si sveglia fuori tempo massimo

L'Unione Europea prova a riorganizzarsi e a rispondere a Trump. "Entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica", dice von der Leyen che apre a Cina e India

Dai dazi alla guerra Trump presenta il conto all’Europa e von der Leyen si sveglia fuori tempo massimo

Dopo il grande show della cerimonia dell’investitura di Donald Trump e lo choc per i primi ordini esecutivi emanati dal neo-presidente Usa, ieri l’Europa ha tentato di rispondere alle sfide del tycoon in maniera ferma, unita e, per quanto possibile, credibile… Riuscendo solo in parte a mascherare il grande timore di una possibile guerra commerciale. E lo ha fatto per bocca della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen dal palco del World Economic Forum di Davos e del commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis impegnato all’Ecofin, a Bruxelles.

Von der Leyen: “Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi”

Rompere i “legami” che tengono insieme l’economia globale, ha avvertito Von der Leyen, “non è nell’interesse di nessuno”. Tra Usa e Ue “c’è molto in gioco, per entrambe le parti. Quindi la nostra priorità sarà impegnarci tempestivamente per discutere gli interessi della comunità: siamo pronti a negoziare”. “Di tutte le attività americane all’estero – ha ricordato la presidente – due terzi sono in Europa. E gli Stati Uniti forniscono oltre il 50% del nostro gnl. Il volume degli scambi tra di noi ammonta a 1500 miliardi di euro, pari al 30 % del commercio globale. Saremo pragmatici, ma rimarremo sempre fedeli ai nostri principi. Per proteggere i nostri interessi e difendere i nostri valori: questo è lo stile europeo”, ha detto.

“Entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica”

Annunciando un prossimo viaggio in India (“la più grande democrazia e il più grande Paese del mondo”) e l’ampliamento dei rapporti con la Cina, Von der Leyen ha aggiunto sibillina: “l’ordine mondiale cooperativo che abbiamo immaginato 25 anni fa non si è trasformato in realtà. Siamo invece entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica”.

Tanto che l’Ue non starà ferma ad aspettare: “le principali economie del mondo sono in corsa per l’accesso alle materie prime, alle nuove tecnologie e alle rotte commerciali globali. Dall’intelligenza artificiale alla tecnologia pulita, dalla quantistica allo spazio, dall’Artico al Mar Cinese Meridionale, la corsa è iniziata. A mano a mano che questa competizione si intensifica, probabilmente continueremo a vedere un uso frequente di strumenti economici, come sanzioni, controlli sulle esportazioni e dazi, che mirano a salvaguardare la sicurezza economica e nazionale”.

L’Ue resta fedele alla questione climatica

E ha concluso sottolineando un altro aspetto che divide Usa e Europa, la questione climatica: “l’Accordo di Parigi continua a essere la migliore speranza per tutta l’umanità. Per questo l’Europa manterrà la rotta e continuerà a lavorare con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale”.

La carota e il bastone di Dombrovskis: “Cooperazione ma pronti a difenderci”

Disponibilità a elargire carote, ma anche a usare il bastone, quindi. Concetto ribadito da Dombrovskis: “Ue e Stati Uniti condividono una profonda alleanza e amicizia ed è chiaro che le relazioni transatlantiche sono cruciali a livello geopolitico. Per questo è molto importante fare del nostro meglio per costruire una relazione forte e bilanciata con la nuova amministrazione Usa fin dall’inizio” (la carota), ha esordito il commissario.

“Notiamo che il nuovo presidente, in questa fase, non ha annunciato nuovi dazi, forse contrariamente alle aspettative”. Tuttavia ha sottolineato il “rammarico” della Commissione per il memorandum Usa sugli accordi Ocse sulla tassazione (il ritiro dalla convenzione per la tassazione delle multinazionali annunciato dalla Casa Bianca due giorni fa). E ha dichiarato: “saremo anche pronti a difendere i nostri principi, proteggere i nostri interessi e difendere i nostri valori, se necessario”, sottolineando che “la posta in gioco è alta” anche per gli Stati Uniti nel caso di ritorsioni commerciale” (il bastone).

Il commissario Stephane Sejournè: “Contatti con Canada e Messico”

Molto più esplicito Stephane Sejournè, vicepresidente della Commissione europea con delega alla Strategia industriale: “Abbiamo preparato tutte le amministrazioni europee a reagire sia in modo difensivo che offensivo. Le amministrazioni sono state informate sia sulla questione degli strumenti di sicurezza economica di cui disponiamo, sia sulle conseguenze di una nostra risposta a un certo numero di misure americane. Tutto questo è stato valutato da diverse settimane”. Che ha anche svelato come i “nemici” individuati da Trump, possano essere potenziali alleati della Ue. A partire da Messico e Canada.