Salari da fame, il 10% dei lavoratori guadagna meno di 9 euro l’ora

Più di un lavoratore su dieci in Italia percepisce salari al di sotto degli 8,9 euro l'ora, con un forte gap di genere e generazionale.

Salari da fame, il 10% dei lavoratori guadagna meno di 9 euro l’ora

Un lavoratore su dieci in Italia è a bassa retribuzione. Ovvero sotto la soglia, per il nostro Paese, di 8,9 euro l’ora. Un’altra, ulteriore conferma, di quanto sia necessario introdurre un salario minimo che restituisca dignità a tutti i lavoratori. Il dato emerge da un report dell’Istat, nel quale si spiega che il 10,7% dei dipendenti è un low-wage earners, ovvero a bassa retribuzione. Questi lavoratori sono colori i quali hanno una retribuzione oraria uguale o inferiore ai due terzi del valore mediano nazionale e nel 2022 questa soglia per l’Italia è stata fissata a 8,9 euro l’ora.

Salari da fame, gap di genere e generazionale: il lavoro a più velocità

L’incidenza dei dipendenti a bassa retribuzione è più alta tra le donne (12,2% contro il 9,6% degli uomini), tra i giovani (23,6% fino ai 29 anni), e tra chi ha titolo di studio inferiore al diploma (18%). Le percentuali più basse si registrano tra i dipendenti delle professioni intellettuali e scientifiche (1,3%), tra i dirigenti (1,7%), tra i dipendenti con livello di istruzione terziaria (3,3%) e tra gli over 50 (7,2%).

Nel 2022 la retribuzione oraria media è stata di 15,9 euro per le donne e di 16,8 euro per gli uomini: la media complessiva si attesta a 16,4 euro, con un differenziale retributivo di genere – il cosiddetto gender pay gap – del 5,6%. La differenza tra uomini e donne è più marcata tra i laureati (16,6%, il triplo del valore medio) e tra i dirigenti (30,8%) ed è maggiore nel privato che nel pubblico (15,9% contro 5,2%).

In Italia la retribuzione lorda media annua è stata di 37.302 euro (per gli uomini 39.982, per le donne 33.807), mentre quella oraria si attesta a 12 euro per i part-time e 17,3 euro per i full-time. Un altro gap è quello generazionale: gli under 30 guadagnano il 36,4% in meno rispetto agli over 50, con una differenza ancora maggiore (38,5%) tra gli uomini. A fare la differenza è anche la tipologia di contratto: chi ha un tempo determinato percepisce il 24,6% in meno di chi ha un tempo indeterminato. I livelli retributivi medi più alti si registrano nel settore delle attività finanziarie e assicurative (25,9 euro l’ora), i più bassi tra i servizi di alloggio e ristorazione (10,9).

Al Sud le retribuzioni medie orarie sono più basse (15,7 euro) rispetto al Nord-Est (15,9) o al Centro (17). Questi dati, sottolinea la responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra, confermano “la realtà di un mercato del lavoro con troppe sacche di sfruttamento e bassi salari: non basta non volerne parlare, come fa la destra, per nascondere la necessità di una tutela di base, come quella offerta dal salario minimo”. Necessario se più del 10% dei lavoratori non raggiunge gli 8,9 euro l’ora.