L’ultimo rapporto di Oxfam, “Takers, Not Makers“, racconta un mondo diviso tra chi prende e chi produce. Le disuguaglianze economiche, radicate in un sistema globale ereditato dal colonialismo, continuano a favorire pochi privilegiati, mentre miliardi di persone lottano per la sopravvivenza. Nel 2024, la ricchezza dei miliardari è aumentata tre volte più rapidamente rispetto all’anno precedente: due trilioni di dollari in più, con la creazione di 204 nuovi miliardari, quasi quattro a settimana. Nel frattempo, il numero di persone che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è rimasto pressoché invariato rispetto al 1990: un drammatico 44% della popolazione mondiale.
Un’aristocrazia moderna
Oxfam denuncia come il 60% della ricchezza miliardaria derivi da eredità, cronyism o potere monopolistico. Siamo di fronte a un’aristocrazia moderna, dove la ricchezza non è frutto di capacità individuali, ma di un sistema che premia pochi a discapito di molti. Il rapporto evidenzia che nei prossimi tre decenni oltre 5,2 trilioni di dollari saranno trasferiti ai figli di miliardari, consolidando ulteriormente le disuguaglianze. La situazione è aggravata dalla mancanza di tassazioni significative sulle eredità: due terzi dei paesi non applicano imposte dirette sui lasciti familiari.
Nel frattempo, i grandi monopoli dominano i mercati globali. Aziende come Amazon o conglomerati industriali africani, citati nel rapporto, traggono profitti astronomici dal controllo dei mercati e dalla compressione salariale. Le persone lavoratrici nel Sud globale, infatti, guadagnano tra l’87% e il 95% in meno rispetto a chi svolge mansioni simili nel Nord globale.
La ricchezza estratta dal Sud globale
La moderna economia globale, secondo Oxfam, riflette le disuguaglianze coloniali. Ogni ora, 30 milioni di dollari vengono trasferiti dal Sud al Nord globale attraverso un sistema finanziario che favorisce i paesi ricchi e le loro élite. Gli strumenti di questo meccanismo includono il debito estero, che sottrae risorse vitali ai paesi più poveri, e un sistema fiscale internazionale progettato per avvantaggiare i grandi patrimoni. Tra il 1970 e il 2023, i governi del Sud globale hanno pagato 3,3 trilioni di dollari in interessi ai creditori del Nord, una cifra superiore alla spesa combinata per sanità ed educazione.
Anche le istituzioni internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, giocano un ruolo cruciale. Questi enti, controllati principalmente da paesi del Nord, impongono politiche di austerità che spesso aggravano le disuguaglianze. Durante la pandemia di Covid-19, ad esempio, l’FMI ha richiesto tagli ai salari pubblici, riducendo di 10 miliardi di dollari le risorse disponibili per medici, infermieri e insegnanti in 15 paesi.
Il caso italiano
In Italia, le disuguaglianze economiche si manifestano con caratteristiche peculiari. Il paese, pur appartenendo al Nord globale, soffre di un divario interno significativo tra Nord e Sud, eredità storica che riflette dinamiche globali di disuguaglianza. Nel Mezzogiorno, il tasso di povertà è molto più elevato rispetto al resto del paese, con conseguenze tangibili sulla qualità della vita. A livello fiscale, l’Italia applica una delle tassazioni sulle eredità più basse d’Europa, contribuendo a preservare la concentrazione della ricchezza.
Le politiche redistributive si rivelano insufficienti per affrontare le disuguaglianze strutturali. I tagli ai servizi pubblici e le difficoltà di accesso all’istruzione nelle regioni meridionali aggravano ulteriormente la situazione. Questo quadro si inserisce in un contesto europeo in cui il tema delle disuguaglianze viene spesso marginalizzato.
L’eredità del colonialismo
Oxfam sottolinea che queste dinamiche non sono casuali, ma affondano le radici nel colonialismo storico. Dal saccheggio dell’India da parte del Regno Unito – con 33,8 trilioni di dollari trasferiti alla sola élite britannica – ai moderni meccanismi di sfruttamento economico, il rapporto traccia una linea diretta tra passato e presente. I monopoli, la finanziarizzazione dell’economia e le politiche commerciali asimmetriche sono strumenti attraverso i quali le nazioni ricche continuano a esercitare una forma di controllo sul Sud globale.
Un futuro più giusto è possibile?
Il rapporto si conclude con un appello alla decolonizzazione dell’economia globale. Tra le proposte, spiccano la creazione di una tassa globale sulla ricchezza, l’eliminazione delle politiche fiscali regressive e una riforma delle istituzioni internazionali per garantire una maggiore rappresentanza dei paesi del Sud.
Ma il cambiamento, avverte Oxfam, richiede anche un profondo mutamento culturale: un riconoscimento collettivo delle ferite del colonialismo e un impegno per riparare i danni attraverso politiche di giustizia sociale ed economica.