Corea del Sud, il presidente Yoon Suk-yeol è in stato di fermo ma continua a rifiutare di sottoporsi a interrogatorio

Corea del Sud, il presidente Yoon Suk-yeol è in stato di fermo ma continua a rifiutare di sottoporsi a interrogatorio

Corea del Sud, il presidente Yoon Suk-yeol è in stato di fermo ma continua a rifiutare di sottoporsi a interrogatorio

Dopo essere finito in stato di fermo, il presidente sospeso della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, continua a trincerarsi nel silenzio più totale. Per la seconda volta consecutiva, infatti, il leader di Seoul ha rifiutato di presentarsi per l’interrogatorio sul suo tentativo fallito di imporre la legge marziale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap, citando le parole del difensore del presidente sospeso. Secondo l’avvocato Seok Dong-hyeon, “il presidente ha già dichiarato a fondo la sua posizione durante il primo interrogatorio del CIO e non vede alcuna ragione o necessità di rispondere a un ulteriore interrogatorio”.

Come noto, Yoon Suk-yeol si trova, da mercoledì, in un centro di detenzione di Seoul. Dopo il fermo, il leader è stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte degli investigatori, che sarebbe durato oltre 10 ore.

Corea del Sud, il presidente Yoon Suk-yeol è in stato di fermo ma continua a rifiutare di sottoporsi a interrogatorio

I legali del presidente sospeso hanno presentato una richiesta al Tribunale distrettuale centrale di Seoul per rivedere la legittimità della sua detenzione. Tuttavia, la corte ha respinto il ricorso giovedì sera, mantenendo Yoon in custodia. Nel frattempo, il CIO sta preparando un mandato per arrestarlo formalmente prima che scada il termine del fermo preventivo di 48 ore, previsto per stasera.

Yoon è indagato per insurrezione in relazione alla proclamazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, revocata dopo sei ore dall’Assemblea nazionale, che all’epoca era sotto assedio militare. Parallelamente, il presidente è oggetto di una procedura di impeachment: dopo il voto di destituzione da parte del parlamento, è in corso un processo di conferma presso la Corte costituzionale.

L’inchiesta si allarga: arrestato il capo ad interim del Servizio di sicurezza presidenziale, reo di aver impedito l’arresto del presidente lo scorso 3 gennaio

L’inchiesta sembra ampliarsi ulteriormente. Oggi, infatti, la polizia sudcoreana ha arrestato il capo ad interim del Servizio di sicurezza presidenziale (PSS) con l’accusa di aver tentato di impedire agli investigatori di arrestare il presidente sospeso.

Kim Seong-hoon, che ha assunto il ruolo di capo ad interim del PSS la scorsa settimana, dopo le dimissioni dell’ex responsabile dell’agenzia Park Chong-jun, è stato preso in custodia non appena arrivato presso la sede dell’Ufficio nazionale d’investigazione per essere interrogato.