Stallo sulla presidenza Rai ostaggio della politica e in calo negli ascolti

La Vigilanza Rai paralizzata da mesi: un blocco che riflette divisioni politiche e minaccia il servizio pubblico radiotelevisivo

Stallo sulla presidenza Rai ostaggio della politica e in calo negli ascolti

Lo stallo della Commissione di Vigilanza Rai continua a tenere in ostaggio il servizio pubblico radiotelevisivo, segnando un precedente inquietante nella storia della politica italiana. Sono trascorsi quattro mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione della Rai, eppure la Commissione, organo cruciale per garantire trasparenza e pluralismo, rimane bloccata. A denunciarlo, con toni duri, è Stefano Graziano, capogruppo del Partito democratico in Vigilanza.

Una paralisi senza precedenti nella Vigilanza Rai

“E’ inaccettabile che il management della Rai non sia ancora stato audito. Mai nella storia si era verificata una paralisi simile, che impedisce alla Commissione di svolgere le sue funzioni di controllo”, ha dichiarato Graziano, intervenendo alla Camera. Il richiamo è chiaro: l’inazione della maggioranza, responsabile dello stallo sulla nomina del presidente, sta creando un imbuto che minaccia di soffocare la governance dell’emittente pubblica.

Il problema non è nuovo, sottolinea Graziano. Il Partito democratico aveva avvertito fin dall’inizio che l’elezione del consiglio di amministrazione senza una riforma della governance avrebbe portato a una situazione di blocco. L’appello è diretto: “La maggioranza sblocchi il funzionamento della Vigilanza Rai e tenga separata l’elezione del Presidente dal regolare svolgimento delle attività della Commissione”. Per Italia viva “la maggioranza incapace blocca la vigilanza” mentre il capogruppo in Vigilanza per il Movimento 5 stelle parla di “atto irresponsabile e lesivo della democrazia parlamentare”.

Il nodo centrale è rappresentato dalla mancata ratifica, da parte dei due terzi dei componenti della Commissione di Vigilanza, della nomina del presidente del Cda Rai. A ottobre, il consiglio di amministrazione aveva designato Simona Agnes (per il ruolo di amministratore delegato il Mef ha invece indicato Giampaolo Rossi), la cui carica resta tuttavia sospesa in attesa del necessario via libera della Commissione. L’impasse è stata ulteriormente complicata dalle divisioni interne alla maggioranza e dalla mancanza del numero legale per il boicottaggio delle sedute da parte del centrodestra.

Le responsabilità di una maggioranza immobile

Le conseguenze di questo stallo non sono banali. La Rai, in quanto servizio pubblico, ha bisogno di una supervisione attiva e rigorosa per garantire che la pluralità dell’informazione e la gestione trasparente delle risorse siano rispettate. Ogni giorno di ritardo non è solo un affronto alle regole democratiche, ma un danno tangibile al funzionamento di una delle principali istituzioni culturali del Paese. Nel pomeriggio arriva la notizia che la riunione per ratificare il voto sulla presidente Simona Agnes.

Di sicuro la situazione lascia emergere un dato politico imbarazzante: una maggioranza incapace di risolvere i nodi interni, pronta a sacrificare la funzionalità del servizio pubblico per difendere equilibri di potere precari. Nel frattempo, la Commissione di Vigilanza resta un’ombra di ciò che dovrebbe essere: un organo vigile, autorevole e indipendente. L’appello di Graziano è un invito a ristabilire la legalità. Fino a quando la Vigilanza rimarrà nell’ombra mancherà la necessaria trasparenza. E intanto gli ascolti crollano.