Separazione delle carriere, il governo vuole accelerare

Sale la tensione con la magistratura. L’Anm con Santalucia non esclude lo sciopero e affila le armi in vista del referendum

Separazione delle carriere, il governo vuole accelerare

Il governo, alla ripresa dei lavori parlamentari dopo le festività di Natale, ha deciso di blindare il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere, costringendo Forza Italia a fare marcia indietro sull’emendamento che vietava il sorteggio per i componenti laici del Csm.

Ieri l’accelerazione, con la ripresa nell’aula della Camera dell’esame degli emendamenti al testo. L’obiettivo è di licenziarlo già – in prima lettura – entro questa settimana.

Il governo accelera sulla riforma tra le proteste dell’opposizione

“La scelta di procedere speditamente sulla separazione delle carriere blindando il testo costituzionale senza consentire interventi in sede parlamentare è un grave errore. Risponde ad una logica punitiva nei confronti della magistratura e a un atteggiamento ideologico sui temi della giustizia che guarda al passato e non sa disegnare il futuro di cui la giustizia italiana ha bisogno”, ha dichiarato Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia a Montecitorio.

“Questo provvedimento per la separazione della carriere era un obiettivo della P2 di Licio Gelli e poi il sogno di Berlusconi, ha lo scopo di indebolire la magistratura e le indagini nei confronti dei potenti, siano essi politici o esponenti scorretti del potere economico-finanziario. Il governo Meloni punta ad addomesticare i pubblici ministeri e a scardinare la separazione dei poteri. Ci opporremo a questa schiforma con tutte le nostre forze nel Parlamento, nel Paese e nell’eventuale referendum”, ha detto il deputato M5S Marco Pellegrini nell’aula della Camera.

“Se la preoccupazione del centrodestra è una presunta eccessiva libertà di azione del Pm, ebbene il provvedimento sulla separazione delle carriere andrà in direzione opposta, creando un corpo della pubblica accusa autoreferenziale e staccato dalla cultura della giurisdizione, inevitabilmente destinato a finire sotto l’influenza del governo”, ha argomentato la deputata M5S Enrica Alifano.

Tensione alle stelle tra governo e magistratura: non escluso lo sciopero

Sale intanto la tensione tra governo e magistratura. Lo sciopero delle toghe non è affatto escluso, e anche forme di protesta alle cerimonie per l’apertura dell’anno giudiziario. Lo sciopero dei magistrati contro la riforma delle giustizia “è una delle opzioni”, sottolinea infatti intervistato da Affaritaliani.it il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. “Il percorso della riforma costituzionale è lungo, vedremo se e quando farlo ma non è per niente escluso”.

Quanto alla tempistica dell’eventuale sciopero, magari dopo la prima lettura o il via libera di Camera e Senato, per Santalucia “è una possibilità, deciderà chiaramente il direttivo dell’Associazione ma lo sciopero è uno strumento non di protesta ma di comunicazione per dare ancora più voce alle ragioni della nostra contrarietà alla riforma nell’opinione pubblica”.

Da subito, intanto, il leader dell’Anm dichiara ‘guerra’ in vista del referendum. “Visto che quasi sicuramente non ci saranno i due terzi in Parlamento si andrà al referendum confermativo, e noi – dice Santalucia – rafforzeremo la nostra presenza tra i cittadini affinché conoscano i dettagli di questa riforma e votino no alla consultazione referendaria”.

“Siamo convinti che la Costituzione non vada modificata su questi punti, come intende fare la maggioranza di governo”, aggiunge il leader dell’Anm. “Sono ragioni posticce e formali quelle a favore di questa riforma, perché l’attuale sistema – rileva – garantisce perfettamente la terzietà, l’autonomia e l’indipendenza del giudice”.

Il presidente dell’Anm, infine, esclude che la riforma mascheri in realtà un intento punitivo verso i magistrati da parte del governo. “Con questa riforma anzi si punisce la collettività e i cittadini avranno una magistratura meno indipendente. Per certi versi i magistrati potrebbero anche avere dei vantaggi in più”, conclude Santalucia.