In Veneto, il vento politico soffia forte attorno al terzo mandato di Luca Zaia. Figura cardine della Lega, Zaia è pronto a giocarsi tutto pur di restare al comando, qualora il vincolo che impedisce un altro mandato consecutivo fosse eliminato. “I veneti chiedono la mia ricandidatura in maniera trasversale”, ha dichiarato, puntando contro una normativa che definisce “anomala”.
Zaia è l’emblema del Veneto, ma la sua insistenza sul terzo mandato propone interrogativi scomodi. La democrazia si piega alle ambizioni personali? Per il governatore, il blocco dei mandati è un’ingiustizia che colpisce pochi amministratori, mentre parlamentari e ministri continuano indisturbati. Una critica che non manca di alimentare tensioni.
Nel frattempo, il centrodestra scricchiola. Fratelli d’Italia spinge per un proprio candidato alla guida del Veneto, Salvini per ora tace. Il Partito Democratico accusa Zaia di trasformare ogni questione in uno strumento per perpetuare il suo potere. Vanessa Camani, capogruppo Pd in consiglio regionale, è tagliente: “Il Veneto non è più oggetto di discussione per le sue eccellenze, ma per questa telenovela sui destini di Zaia.”
La polemica e le tensioni sul nuovo mandato di Zaia in Veneto
La sentenza della Corte costituzionale, attesa come un verdetto salvifico, potrebbe chiarire il destino dei mandati. Anche il governo, volendo, potrebbe intervenire. Zaia, intanto, continua a interpretare il ruolo del leader richiesto dai cittadini. “Se il blocco dei mandati venisse eliminato, mi ricandiderei sicuramente,” ha detto senza esitazioni.
Il nodo è però più intricato di quanto Zaia voglia ammettere. La concentrazione di potere che il limite dei mandati mira a evitare è un principio fondamentale della nostra democrazia. Rimanere troppo a lungo in carica rischia di trasformare un governo in un sistema personalistico. Le dichiarazioni di Zaia riflettono una tensione tra continuità amministrativa e necessità di rinnovamento.
E il centrodestra? Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, non fa sconti: “Il limite dei mandati vale per tutti, Zaia compreso.” Una posizione che svela una partita politica più ampia, con Fratelli d’Italia pronta a rivendicare spazi di potere nel Nord.
In questo scenario, si inserisce Carlo Calenda, che a Tagadà su La7 ha parlato di una frattura interna alla Lega: “Zaia è un moderato, una persona con cui si può interloquire. Salvini no, e non capisco come Zaia possa interloquire con Salvini. Sta scoppiando un bubbone dentro la Lega. In Veneto la Lega prende il 35% dei suoi voti, ma sono voti di Zaia e non di Salvini. Si aprirà un problema nel governo.”
Zaia, abile come sempre, evita lo scontro diretto ma non arretra. Le sue parole, “Un salame si mangia una fetta alla volta”, rivelano una strategia di attesa. Il tempo però stringe. Le elezioni sono vicine, e il Veneto è già un campo di battaglia.