Stop al terzo mandato: De Luca scatenato contro Meloni e sfida il Pd

La questione del terzo mandato chiama in causa il doge leghista Zaia che intende fare un nuovo giro alla guida del Veneto.

Stop al terzo mandato: De Luca scatenato contro Meloni e sfida il Pd

Il governo ha impugnato la legge della Campania, che apre la strada al terzo mandato da governatore a Vincenzo De Luca, e ha deciso di far ricorso alla Corte costituzionale. E potrebbe essere fissata nella seconda metà di aprile o a maggio l’udienza pubblica alla Consulta.

Ma il tutto è avvenuto con lo strappo della Lega che ha rimesso al Consiglio dei ministri la decisione del resto degli alleati. Dopo Elly Schlein, è stato dunque Palazzo Chigi a bloccare le ambizioni dell’ex ‘sceriffo’ del Pd pronto a correre di nuovo alle Regionali di quest’anno.

De Luca scatenato attacca Meloni e sfida il Pd

Ma la reazione non si è fatta attendere. La replica di De Luca è arrivata con un’agguerrita conferenza stampa in cui ha citato Parmenide e persino il Papa. “Non abbiate paura”, ha detto il presidente della Regione Campania, citando papa Wojtyla per commentare la decisione del governo.

“Hanno forse paura di De Luca, degli elettori, non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati”, ha spiegato. “Per me non cambia nulla, andiamo avanti. La mia posizione non cambia di una virgola e non cambierà”, ha ribadito.

E ancora: “La legge, in Italia, è uguale per tutti, o tranne per uno che è il signore che vi sta parlando? La decisione del Governo è contra personam”, ha affermato il governatore della Campania.

“Noi abbiamo approvato una legge che recepiva il secondo mandato per consentire al governo di completare il lavoro in corso – ha spiegato – non abbiamo approvato la legge per De Luca. Ricordo anche che il Veneto è già al terzo mandato in corso”. De Luca è sicuro: “Ho la sensazione che finirà come sulla legge sull’Autonomia che è stata smantellata”.

Punta il dito contro la premier Giorgia Meloni. “Provo un sentimento di grande orgoglio per l’attenzione che mi è stata dedicata, pensate, dal presidente del consiglio. In questo quadro di guerre e tormenti si è trovato il tempo per interessarsi della legge della Campania. E’ un motivo di orgoglio, il presidente che ha familiarità con i potenti del mondo, Trump, Musk, Lollobrigida….”.

Ma più che la premier il vero ostacolo a De Luca è Schlein

Ma il vero scoglio per De Luca, prima di Meloni, è Schlein. “Di questo ho già parlato. Se volete posso aggiungervi, da vecchio filosofo, citando Parmenide: l’essere è, il non essere non è”, ha replicato il governatore rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla possibilità che il Pd decida di individuare un candidato dem o del centrosinistra alternativo a lui per le prossime Regionali.

“In che modo devo parlare? devo chiedere un corso sull’intelligenza artificiale a Musk? Io parlo ancora in italiano”. E lo strappo con i dem appare inevitabile.

“La posizione del Pd è molto chiara sul terzo mandato ed è che non ci possono essere terzi mandati per chi ricopre incarichi monocratici come presidente di Regione o sindaci di città italiane”, ha detto Igor Taruffi del Pd.

“Noi riteniamo – ha proseguito – che anche in Campania sia normale e fisiologico trovare un ricambio e una candidatura che sia in grado di portare avanti il lavoro fatto in questi anni ma anche di andare oltre l’attuale presidente della regione Campania”.

Il terzo mandato agita anche la maggioranza

Una questione, quella del terzo mandato, che inevitabilmente chiama in causa il ‘doge’ leghista Luca Zaia, disponibile a un nuovo giro alla guida del Veneto. Il quarto, in realtà, per lui.

Di certo i leghisti, specie quelli del Nord, non rinunceranno alla regione veneta che, insieme alla Lombardia, è l’ultimo baluardo del Carroccio. E continueranno a premere perché Matteo Salvini li difenda fino all’ultimo.

In ogni caso, sul terzo mandato Meloni e Fratelli d’Italia hanno una solida sponda in Forza Italia. “Siamo assolutamente contrari al terzo mandato, per noi è cosa scontata”, ha detto il forzista Maurizio Gasparri, convinto che il no debba valere pure per le regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia, altra regione a trazione leghista.