In quasi tre ore di conferenza stampa di Giorgia Meloni c’è stato spazio per i temi più disparati in replica alle quarantuno domande che le sono state rivolte. I centri per i migranti in Albania, la liberazione di Cecilia Sala, l’Ucraina, le riforme in ballo, dal premierato all’Autonomia fino alla separazione delle carriere.
E ancora: la norma anti-Renzi, il tema della sicurezza e quello che lei definisce il fango gettato sulla sorella Arianna. E poi le numerose domande sui suoi rapporti con Elon Musk e con il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Ma quello che più ferisce il Paese sono i temi che in questa conferenza stampa sono saltati.
I grandi temi assenti dal comizio di Meloni
Non una parola sulla situazione in cui versa la sanità, non una sul record di povertà assoluta, non un cenno alle condizioni di disagio sociale ed economico in cui versano tanti italiani alle prese con bollette e affitti e mutui alle stelle.
Non una parola sul dimezzamento della crescita economica del 2024, non sul calo della produttività o sul boom della cassa integrazione e la moltitudine di crisi industriali.
“Evidentemente era troppo impegnata nella difesa d’ufficio e nell’interpretazione autentica del pensiero di Trump e Musk”, commenta la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Ci sono solo state un paio di domande rognose di fronte alle quali Meloni è andata in confusione. La prima riguarda il lavoro. Al di là dei record sbandierati, c’è chi le ha fatto notare che la disoccupazione giovanile è aumentata, idem il numero di inattivi, ovvero di quanti non hanno un lavoro e non lo cercano e dunque non vengono conteggiati tra i disoccupati.
“Il governo ha fatto molto, ma non si fai mai abbastanza”, ammette Meloni. E dalla sua parte cita l’Ires premiale introdotta in Manovra.
La premier va in confusione sul declino della nostra industria
A corto di argomenti ritira fuori l’Ires premiale anche rispondendo a un’altra domanda che pare mandarla ancora più in confusione. Ovvero quella che le viene rivolta da una collega del Sole 24 Ore sul calo della produzione industriale che prosegue ininterrottamente da quasi due anni.
“A me pare che il Governo abbia già dato dei segnali importanti in questo senso, non vuol dire che siano terminati”. Meloni riconosce che per avere un’industria forte bisogna avere una strategia.
Ma poi elencando alcuni filoni di questa strategia si limita a citare, in evidente difficoltà, l’hub per l’approvvigionamento energetico d’Europa, l’economia blu, la tutela del Made in.
E poi tra i segnali ritira fuori l’Ires premiale, Transizione 5.0, i 12 miliardi di euro liberati nella revisione del Pnrr “per concentrarci sulle aziende e su uno dei grandi problemi che ha l’Italia, che è il costo dell’energia”. Già il costo dell’energia.
Sulle bollette glissa la domanda che le viene rivolta
Peccato che sull’aumento delle bollette Meloni abbia preferito non rispondere a una domanda che le è stata rivolta. “Avete capito bene: Giorgia Meloni nella conferenza stampa di tre ore non ha voluto dedicare il suo tempo per rispondere sulle bollette che aumentano per gli italiani. Non sono problemi suoi. Certo, dispiace che dai giornalisti non siano arrivate molte altre domande sulle preoccupazioni reali e quotidiane degli italiani”, dice in un video su YouTube il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.
“Oggi la presidente del Consiglio – dice ancora – ha potuto fare quel che le riesce meglio: deviare l’attenzione, non affrontare i problemi e non dare soluzioni. Proprio per questo aveva rimandato la conferenza stampa di fine anno del 2024 a metà gennaio, per evitare di parlare troppo della manovra lacrime e sangue approvata a fine dicembre”.
Conte la smaschera sui suoi silenzi colpevoli
Meloni, argomenta Conte, si nasconde sugli aumenti delle bollette fino al 30%, si nasconde sui rincari fino a mille euro a famiglia in vari settori, sull’aumento della pressione fiscale, degli stipendi dei ministri mentre gli italiani sono inchiodati a bassi stipendi e ai pensionati minimi va la miseria di 1,8 euro al mese, sulle code per un esame in ospedale mentre si taglia sulla sanità.
E ancora: dal governo nulla sui ritardi interminabili dei treni, i disagi dei pendolari, sugli spacciatori che scappano perché con le riforme del governo prima di arrestarli li avvertono, sulla strategia per uscire da 21 mesi di crollo dell’industria con la cassa integrazione che dilaga.
“Un sorriso amaro Meloni, però, ce l’ha regalato: quando ha sostenuto, riuscendo a rimanere seria, che con loro non si favoriscono gli amici. Per gli amichetti al governo hanno sempre l’attenzione alta, sono i cittadini comuni che sono stati dimenticati”, conclude Conte.