Altro che smentite e frenate. L’intesa con Musk è sul tavolo

Crosetto nega che a oggi siano stati firmati accordi con Musk. Ma conferma l’interesse per i satelliti di Space X

Altro che smentite e frenate. L’intesa con Musk è sul tavolo

Giorgia Meloni non riferirà in Parlamento, come hanno chiesto invece ripetutamente le opposizioni, sulle ipotesi di trattative con SpaceX e Starlink di Elon Musk. A confermarlo è il ministro Luca Ciriani.

“La presidente del Consiglio non intende partecipare in Parlamento su questo tema perché riteniamo che sia una polemica costruita a tavolino. La presidenza del Consiglio ha già dichiarato ufficialmente nei giorni scorsi che non c’è nessun contratto con Starlink, che non è stato questo l’oggetto della discussione tra lei e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e non c’è nulla da riferire”, ha detto Ciriani.

“La presidente non scappa dal Parlamento perché non è abituata a scappare da alcunché come sanno tutti, sia maggioranza che opposizione. Semplicemente non c’è nulla da riferire” ha incalzato, aggiungendo che i ministri Guido Crosetto e Adolfo Urso hanno risposto e risponderanno alle interrogazioni per gli ambiti di loro competenza.

Crosetto conferma che l’ipotesi di accordi con Musk è sul tavolo

Crosetto ha parlato ieri. E, rispondendo a un’interrogazione di Avs alla Camera, il ministro ha confermato l’interesse per i satelliti di Musk. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha ricordato, ha già smentito con una nota che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX.

“Colgo poi l’opportunità per precisare che anche la Difesa non ha approvato alcun accordo al riguardo”. Ma non ha negato (anzi) che c’è un interesse.

“Evidenzio – ha spiegato – che le nostre Forze armate sono chiamate spesso a operare a tutela degli interessi nazionali, oggi più che mai, anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture. Nell’anno appena concluso, a titolo di esempio, siamo stati presenti nel quadrante indo-pacifico nell’Africa, in Medio Oriente, in Nord Europa ed in Est Europa, ponendo in essere l’attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione. In ambito nazionale, a livello militare, detti servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionari Sicral che sono affidabili, ma offrono una copertura geografica e banda limitate”.

Da qui ne consegue che “la Difesa è interessata – anzi obbligata, forse – a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità, copertura e minor tempo di latenza”.

In merito, ha argomentato ancora Crosetto, l’Autorità delegata per lo spazio ha dato mandato all’ASI di avviare uno studio teso a sviluppare tali servizi, esplorando ogni possibile soluzione presente al mondo. A livello europeo il ministro ha ricordato che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come Iris 2, prevederà a regime circa 290 satelliti con i tempi di realizzazione ancora da quantificare e comunque che oggi si collocano oltre il 2030.

Crosetto: “Space X ha capacità utili per la Difesa”

E veniamo al sodo: “Relativamente a SpaceX, che conta oltre 6.700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000, è oggi un operatore che riunisce requisiti e possiede capacità necessarie per servire il servizio in parola, ma questo non esclude che un Paese, sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro, possa gestire l’instradamento e la cifratura dei suoi dati sensibili utilizzando apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali”.

“Soggiungo, infine, che laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali a vantaggio anche di altri Dicasteri e istituzioni e qualora il Governo dovesse orientarsi ed optare per questo, la Difesa attiverà un tavolo tecnico dedicato per approfondire la sussistenza dei requisiti specifici necessari a soddisfare le esigenze peculiari dello strumento militare”.

Opposizioni allarmate: sicurezza nazionale a rischio

Non a caso, in sede di replica, Nicola Fratoianni di Avs si è detto soddisfatto a metà e preoccupato il doppio dalla risposta del ministro.

“Ci ha spiegato – ha detto – gli aspetti tecnici, ma ha omesso la questione fondamentale che è la ragione della nostra preoccupazione. La questione che stiamo ponendo sul tavolo non ha nulla a che fare con le idee politiche di Elon Musk o con le sue amicizie ma ha che fare con una questione fondamentale: in materia di infrastrutture strategiche, in materia di sicurezza nazionale e in materia di difesa, l’affidamento di uno Stato sovrano e sottoposto al controllo democratico ad un monopolista privato chiunque esso sia è un gigantesco problema politico”.

Un problema gigantesco che riguarda noi, riguarda il mondo intero, riguarda l’Europa. “Noi pretendiamo che il nostro Paese sia in prima fila nel chiedere all’Europa un’accelerazione e l’investire di più, perché siano autonomi i proprietari e pubbliche, soprattutto, le infrastrutture strategiche su questioni così decisive”.