Scuole lasciate al freddo e al gelo, penalizzate di più quelle del meridione

In Italia, l'88,4% degli edifici scolastici statali dispone di un impianto di riscaldamento. Ma con pesanti squilibri territoriali

Scuole lasciate al freddo e al gelo, penalizzate di più quelle del meridione

Un dato nazionale che non racconta tutto. In Italia, l’88,4% degli edifici scolastici statali dispone di un impianto di riscaldamento. Una percentuale che, a prima vista, rassicura. Ma dietro al dato nazionale si celano squilibri territoriali profondi. Nel Nord, regioni come Piemonte e Veneto superano il 95% di copertura, mentre in Calabria e Campania si scende sotto il 70%. Catanzaro, con il 65,8%, e Napoli, con il 55,4%, raccontano di un Paese che lascia indietro chi ha più bisogno.

I dati non disponibili amplificano l’incertezza: in Campania, il 32,8% delle scuole non dichiara se dispone di impianti di riscaldamento, mentre in Calabria questa percentuale è del 28,1%. Non sapere equivale a ignorare, e ignorare significa trascurare.

Una scuola fredda è una scuola iniqua 

Un’aula gelida non è solo scomoda. È un luogo in cui si disperde la concentrazione, si minaccia la salute e si affievolisce il diritto allo studio. Le scuole delle aree interne, dove il 36% degli edifici scolastici non ha un impianto di riscaldamento, ne sono l’esempio più drammatico. In questi luoghi, già segnati dalla marginalizzazione, l’assenza di servizi essenziali come il riscaldamento rafforza una disparità che non si può ignorare.

Non si tratta solo di freddo fisico ma di una metafora del distacco istituzionale. Chi è costretto a frequentare scuole in queste condizioni percepisce un messaggio chiaro: non siete prioritari. E questo alimenta un senso di abbandono che supera i confini delle aule.

Il paradosso climatico 

Nelle aree climaticamente più fredde (zone E e F), il 93,8% delle scuole ha il riscaldamento. Al Sud, invece, il riscaldamento sembra quasi un lusso. Nonostante l’inverno sia meno rigido, le temperature inadeguate nelle aule aggravano condizioni già precarie. E così, nelle province di Reggio Calabria e Salerno, l’assenza di riscaldamento diventa il simbolo di una cronica indifferenza verso le periferie educative del Paese.

Paradossalmente, alcune delle regioni con il clima meno rigido si trovano ad affrontare difficoltà strutturali maggiori. Un divario che racconta di scelte politiche miopi, che ignorano le necessità di chi dovrebbe essere al centro di ogni strategia educativa.

Il peso delle aree interne 

Nel silenzio delle aree interne, il diritto allo studio si scontra con l’assenza di risorse. Qui, meno dell’86,6% degli edifici scolastici dispone di impianti di riscaldamento. Sono numeri che raccontano di scuole abbandonate, spesso unico presidio contro lo spopolamento e la dispersione scolastica. Eppure, è proprio in questi luoghi che la presenza di infrastrutture dovrebbe essere priorità assoluta.

Tra i comuni periferici e ultraperiferici, i dati raccontano una realtà dura: il 36% delle scuole è privo di impianti di riscaldamento, quasi due punti in meno della media nazionale. Questo non è solo un problema di numeri, ma di prospettive future per migliaia di studenti.

L’urgenza del Pnrr

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potrebbe essere il punto di svolta. Potrebbe, se usato con criterio. Secondo Openpolis serve una strategia che guardi oltre le percentuali, che analizzi le necessità specifiche e investa dove davvero mancano le basi. Perché non si tratta solo di riscaldare le aule: si tratta di garantire equità e dignità a ogni studente, ovunque viva.

Il PNRR ha stanziato risorse significative per l’edilizia scolastica ma è necessario monitorare attentamente come vengono allocate. I fondi devono raggiungere le aree più svantaggiate, e non disperdersi in interventi marginali. La scuola non può essere un privilegio geografico. Il vero termometro della qualità educativa resta l’attenzione politica. Perché garantire a ogni studente un ambiente confortevole non è solo un dovere morale: è una condizione indispensabile per costruire il futuro del Paese.