L’isolamento di Vladimir Putin è destinato a finire presto. E a sdoganare la ripresa dei rapporti tra l’Occidente e la Russia sarà probabilmente il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, già dai primi giorni del suo nuovo mandato. Il tycoon ha detto chiaramente di voler incontrare Putin all’inizio della sua presidenza, ponendo fine al cordone creato dai big in Europa e dagli stessi Usa nei confronti del Cremlino.
Parlando all’evento Turning Point Usa a Phoenix, il neo-eletto presidente americano ha detto di voler “rapidamente” mettere fine alla guerra in Ucraina. Come? La possibilità per Trump è solo una: trattare con Putin. “Una delle cose che voglio fare è incontrare il presidente Putin e anche lui è d’accordo”, ha detto il tycoon. Aprendo a un incontro su cui comunque, secondo quanto fa sapere il Cremlino, non c’è ancora nessun accordo ufficiale. Proprio il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti spiegato che per ora non ci sono piani per un incontro di persona tra i due presidenti. “Finora non ci sono stati veri impulsi”, ha sottolineato Peskov. Eppure qualcosa è già chiaramente cambiato con la vittoria di Trump e ora Putin sa di poter trattare con un importante leader occidentale, cosa impensabile fino a sole poche settimane fa.
Le altre trattative di Putin
Putin, intanto, punta a riaccreditarsi anche in Ue, soprattutto attraverso una delle carte migliori della Russia: il gas. Lo zar si muove quindi su un doppio binario, quello energetico e quello della guerra. Putin, infatti, ha promesso un’altra vendetta dopo i raid ucraini a Kazan e in 24 ore ha lanciato attacchi con un missile balistico e oltre 100 droni verso l’Ucraina. Inoltre, come annunciato dal ministro della Difesa di Mosca, le truppe del Cremlino avrebbero preso il controllo di un altro villaggio nella regione ucraina di Donetsk.
Come detto, però, le mosse sul campo di guerra vanno di pari passo con quelle strategiche di Putin, che punta a influenzare ancora l’Europa. Lo ha fatto anche ricevendo il premier slovacco, Robert Fico. Un incontro tanto più importante dopo che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiuso l’accordo di transito per il gas russo nel territorio di Kiev. A confermare la fine del contratto, che scade il 31 dicembre e non è stato rinnovato, è anche lo stesso Putin. Una mossa che non piace a tutti in Ue, soprattutto non ai leader più vicini a Putin, ovvero Fico e il premier ungherese, Viktor Orban. Che guidano due Paesi che dipendono fortemente dal gas russo. Per i due la colpa della mancata pace è principalmente dell’Ucraina e così ora Fico cerca un accordo con Putin proprio per poter ricevere ancora il gas russo.
Trump pronto a uscire dall’Oms
Intanto Trump si muove anche sul fronte interno, ma sempre con importanti ricadute a livello internazionale. Il neo-presidente Usa, il cui mandato inizierà a gennaio, non si limita a tentare di rompere l’isolazionismo di Putin, ma vuole andare a indebolire anche i suoi alleati su altri fronti. Non solo la richiesta di aumentare vertiginosamente la spesa per la Difesa per i Paesi Nato, con obiettivi per molti Paesi assolutamente irraggiungibili. Perché ora il suo team per la transizione sembra spingere anche verso un altro obiettivo: far uscire gli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
E l’addio all’Oms, racconta il Financial Times, potrebbe arrivare subito, già al primo giorno della nuova amministrazione statunitense. Una mossa che, secondo gli esperti, avrebbe un impatto “catastrofico” sulla salute globale, considerando che verrebbe meno la principale fonte di finanziamento dell’Oms, andando a indebolire la capacità di rispondere alle crisi sanitarie come quella della pandemia di Covid. Già nel 2020, va ricordato, Trump aveva avviato il processo per lasciare l’Oms, accusato di essere sotto il controllo della Cina. Ai tempi l’operazione naufragò per la vittoria elettorale di Joe Biden, che ha poi ricucito i rapporti con l’Organizzazione mondiale della sanità.