L'Editoriale

Rimane la sconfitta politica

Salvini è assolto ma passate le feste nella Lega e nel governo stanno già preparando l’imboscata contro di lui.

Rimane la sconfitta politica

Nonostante l’assoluzione, Matteo Salvini torna a casa con in tasca una sconfitta politica che non potrà negare a lungo. Dal punto di vista umanitario, un ex ministro dell’interno convinto che lasciare galleggiare in mezzo al mare dei disperati per giorni potesse risolvere il problema delle migrazioni è un’onta conosciuta oggi a livello internazionale. Il cattivismo per scoraggiare l’affollamento delle rotte migratorie non funziona e non funzionerà mai con gente che ha nel Mediterraneo l’unica rotta per poter sperare di salvarsi.

Si potrebbe dire che tutto questo non interessi ai suoi elettori e ai suoi compagni di partito. È vero. Ma il Salvini custode dei confini è un’occasione persa che non si ripeterà mai più. Il Viminale Salvini l’ha perso per sempre quando Giorgia Meloni ha deciso di relegarlo al ministero dei Trasporti regalandogli il ponte come illusorio giocattolo per tenerlo a bada. Salvini ieri ha politicamente perso perché i suoi alleati hanno preferito addirittura il suo capo di gabinetto al ministero dell’interno.

Ma anche sul campo del vittimismo il leader leghista non ha troppo spazio di manovra. Quando si tratta di rivendersi come custode della patria contro nemici più o meno immaginari Giorgia Meloni gli è irraggiungibile. Salvini è assolto ma è una vittoria languida che durerà il tempo di un paio di brindisi. Passate le feste nella Lega e nel governo stanno già preparando l’imboscata contro di lui. E in quel caso non sarà possibile fare appello.